Un pinguino all’equatore. Ovvero, ma che programma hai?

Avere un’idea alle dieci di sera è come essere un pinguino all’equatore. Soprattutto se il tuo amico, il tuo amico del cuore, è partito per il militare.

Così cantava Antonello quando ancora aveva i capelli e soprattutto qualcosa di interessante da dire. Effettivamente non so come la pensiate voi, ma trovo questa campagna elettorale di una bruttezza ontologica: al di là di insulti, attacchi ai “nemici”, slogan privi di collegamento con la realtà, promesse autentiche come monete da tre euro, cos’altro? C’è qualcuno che parla di idee, di programmi, di prospettive? Walt Disney diceva che la differenza fra un sogno e un obiettivo è una data. Ma qui non abbiamo neanche più i sogni!

E non ce li abbiamo più perché tutti parlano alla pancia degli elettori. Perché pensano che non ci sia più spazio per i sogni, che appunto quando ricevono una data diventano obiettivi. Molto più facile sparare sul bersaglio grosso: restituisco qua, taglio là, regalo questo, rimando a casa quelli. Slogan, promesse, insulti. Questa è oggi la politica italiana, almeno in buona parte.

Ma oggi non posso limitarmi a questo discorso, perché, come già vi ho raccontato, qualcuno mi ha tirato per la giacca e mi ha spedito proprio nel bel mezzo all’agone elettorale. E dunque, la domanda è, ma io che idee ho? Ce l’ho un programma? Potrei dirvi, sempre tornando alla citazione vendittiana iniziale, che il mio guaio è stato il fatto che il mio amico del cuore non è mai tornato dal militare, perché poi decise di mettere quella famosa firma. Però mi sa che non posso cavarmela così. E dunque, qual è il mio pinguino all’equatore?

Come ho già raccontato qui quello che mi si chiedeva in primo luogo era la condivisione di competenze. E dopo 25 anni passati ad occuparmi di consumerismo, tutela dei diritti, dialogo fra le parti sociali, strumenti di giustizia alternativa, questo potevo mettere in comune. Ma ho anche studiato! Le competenze delle Regioni sono una materia molto interessante, perché toccano degli ambiti essenziali nella vita quotidiani di tutti noi: dai trasporti alla sanità, dallo smaltimento dei rifiuti alla gestione dei servizi idrici. Settori strategici che devono essere gestiti con competenza e professionalità, bilanciando il costo per la collettività con la qualità dei servizi erogati.

E quindi, come dicevo, mi sono messo a studiare. Intanto (ma questo già lo sapevo), fra le tante cose fatte dalla giunta Zingaretti, proprio pochi mesi fa è stata rinnovata la legge regionale sulla tutela dei consumatori, che era ferma al 1992. E’ una buona legge, che dà poteri e strumenti di azione alle Associazioni. Ora si tratta di dargli piena applicazione. Come bisogna dare piena applicazione ad un’altra legge fondamentale, la n.244 del 2007, che all’art. 2 comma 461, prevedeva ed imponeva a tutti i gestori di servizi pubblici locali, di coinvolgere le Associazioni dei consumatori nell’individuazione degli standard del servizio, nel monitoraggio di questi standard e nella gestione del contenzioso attraverso procedure di Conciliazione. Nonostante i dieci anni trascorsi, legge ancora molto poco applicata (non solo nel Lazio, ma questo ci consola poco).

Insomma, in questo settore (ma in quanti altri come questo?) non dobbiamo inventarci nulla. Dobbiamo applicare le leggi che ci sono e dobbiamo fare in modo che ci siano le condizioni concrete per farle applicare. Tenendo conto del bene comune e di quel principio di inclusione che deve essere la stella polare per chiunque si trovi a gestire servizi di pubblica utilità. Coinvolgere le Associazioni che rappresentanto i consumatori, renderle interlocutori primari, significa aprire un canale diretto con i bisogni dei cittadini. Ma soprattutto significa avere una garanzia in più che ci siano condizioni che mettano tutti i cittadini in grado di avere accesso ai servizi, senza distinzioni di alcun genere.

Penso che questa esperienza, almeno a livello personale, si concluderà alle 23 di domenica 4 marzo. Tornerò al mio lavoro (che del resto non ho certo abbandonato!) e a scrivere cose un po’ più leggere sul blog. Ma al di là del risultato che otterrò, sono già soddisfatto così. E sono sempre più convinto che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe mettere a disposizione il proprio tempo, le energie e le proprie competenze per provare a dare un contributo alla costruzione di una società migliore. Perché come diceva Don Milani, “a che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca?

11 thoughts on “Un pinguino all’equatore. Ovvero, ma che programma hai?

  1. Le tue sono, senza alcun dubbio, le parole più sagge, concrete e, a mio avviso, corrette, che mi arrivano di questa campagna elettorale.
    Spero, e pure sogno, che la maggioranza degli elettori non si comporti “come le pecore, che la natura creò prone e ubbidienti solo agli istinti del ventre”
    Incrocio le dita!!😊

  2. Romolo, le prime parole concrete di questa campagna elettorale, spero tanto che tu ce la faccia perché abbiamo bisogno di persone come te. Peccato che i partiti ci stiano invece regalando solo desolazione e aridità.

  3. Bravo fratello, è davvero giusto mettere a disposizione le proprie competenze. Servono quelle, una buona dose di pragmatismo e, non ultima, una visione della storia che non ci faccia sempre ripartire da zero, dallo stesso – spesso tragico – punto di partenza. Credo tu ce l’abbia. In bocca al lupo

  4. Condivido la visione di Don Milani, è inutile lamentarsi tanto e non mettersi mai in gioco. Se ognuno facesse la propria parte, forse qualcosa potrebbe cambiare. Auguri, Romolo!

  5. A proposito di programmi e partecipazione dei cittadini, faccio per un momento il giornalista impertinente: lei che è candidato, per i partiti, preferisce il finanziamento privato o quello pubblico?

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