Fatti i tic tuoi!

Andare in metropolitana (attività che ho ripreso con continuità, arrendendomi all’assoluta ingestibilità del traffico cittadino) permette di leggere di più. E già questo è un bel vantaggio. In più, quando leggere è impossibile per la troppa gente o semplicemente perché vuoi fare una pausa, hai un punto di osservazione straordinario sulle persone. Perché la metro è uno di quei luoghi in cui una massa di persone riesce ad essere sola: chiunque viaggia in quel “trasporta poveri” che è la metropolitana, ha imparato che isolarsi è una necessità di sopravvivenza. Chi legge, chi ascolta la musica, chi dorme ad occhi aperti, ognuno ha il suo metodo per essere solo in mezzo a tanti.

Se per un attimo si esce dalla propria bolla e si comincia a guardarsi intorno, si possono osservare gli altri come se fossero in perfetta solitudine (la stessa cosa succede in macchina: per questo al semaforo vedi gente che si trucca o che va alla ricerca di tesori perduti dentro le proprie narici). E si possono vedere i piccoli tic o le manie che ognuno di noi ha, quei gesti inconsci che tendiamo a ripetere senza rendercene conto. Chi alza gli occhi o il sopracciglio, chi si gira i pollici, chi si aggiusta i capelli, chi si mangia le unghie e chi si tocca la barba. Senza accorgercene perché i tic sono come il solletico: su se stessi non funzionano, non esistono, solo gli altri possono farlo.

E non possiamo farci nulla, non possiamo nasconderli, perché fanno parte di quella modalità di presentarsi agli altri che non abbiamo scelto, ma che utilizziamo automaticamente. Forse per nascondere quello che siamo veramente? Perché noi siamo convinti di non avere tic (a parte Nadal, forse!) Ma allora chi siamo veramente? Forse, se riuscissimo a uscire da noi stessi e osservarci con gli occhi degli altri, stenteremmo a riconoscerci. Una volta di più le cose, le persone, la realtà, non sono quello che sembrano. Eliminati i tic, tolte maschere e scudi, almeno noi, lo sappiamo chi siamo realmente?

Troppe domande, mi sa che mi rimetto a leggere.

5 thoughts on “Fatti i tic tuoi!

  1. Io sono abbastanza sicura della risposta: non so chi cavolo sia Moon… Non so che vuole dalla vita, che vuole da me, che vuole da sè… Mio padre dice che ci arriverò con gli anni. Speriamo di non morire prima, altrimenti mi perdo il finale di stagione 🙂
    il mio tic è mangiarmi le pellicine attorno alle unghie. Ma forse ne ho anche altri di cui non mi rendo conto, chissà…

  2. Intanto bisogna chiarire, il tic vero e proprio è un “movimento rapido, ripetitivo, coordinato e stereotipato, ripetuto nella mimica e nella gestualità, che si presenta in relazione alla tensione del soggetto senza poter essere impedito dalla volontà”. Tic tipico fra i più conosciuti e l’ammiccamento ma c’è anche lo stiramento del collo, poi c’è ne sono altri . È cmq sempre involontario. Mentre le manie non sono proprio tic in quanto noi li facciamo senza farci caso ma sappiamo di farli. E a differenza del tic che scatta quando c’è una tensione nervosa (stress panico nervosismo ansia paura), e non possiamo evitarla, queste piccole manie ci prendono anche quando siamo sereni e tranquilli. Un esempio? Disegnare scarabocchi mentre sei al telefono , io, quando sono al telefono, disegno cicloni e trombe d’aria… come le faccio io le trombe d’ aria non le fa nessuno!

  3. Belle le metropolitane! I tragitti sono di solito così brevi che io in metro non leggo quasi mai, al massimo cazzeggio con il cellulare.
    Però un paio di manie sotterranee ce l’ho: fotografare le scale mobili che di solito sono lunghissime e passarmi l’amuchina sulle mani una volta riemersa, quasi a togliermi di dosso l’odore delle altri mani che si sono appoggiate dove mi sono appoggiata io.
    Certo che siamo strani noi umani! ;))

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