La coerenza di Mara

Solo gli stupidi non cambiano idea. E infatti la coerenza va bene, ma se al mutare delle situazioni rimaniamo fermi sulle nostre posizioni rischiamo di essere stupidi invece che coerenti. Accettare i cambiamenti, modificare le nostre idee, il nostro modo di vivere e di pensare, assecondarli ed insieme guidarli per non lasciarsi travolgere, questo dovremmo fare.

Ieri in Senato alla votazione per istituire una commissione contro l’antisemitismo e l’odio razziale il centro destra (ormai sempre più sinistro) si astenuto in modo compatto. Unica voce fuori dal coro Mara Carfagna, che ha dichiarato di non riconoscersi più in Forza Italia, colpevole a suo dire di aver tradito i valori fondanti quel partito. Chissà a quali valori e a quali altri esponenti del suo partito si riferisce: francamente non ricordo campioni dell’antisemitismo o più in generale impavidi difensori dei diritti sociali e delle minoranze fra quelle file, ma forse ricordo male.

E torno alla riflessioni iniziale. Ci piace guardarci allo specchio ed essere soddisfatti della nostra coerenza, ci piace pensare che i fatti e le circostanze non hanno cambiato le nostre convinzioni. Ma quando succede che qualcuno le intacca, possiamo avere la tentazione di trovare una comoda via d’uscita negando la realtà dei fatti, interpretandola come meglio ci pare: l’amico che ci delude perché è cambiato, l’azienda in cui lavoriamo che non è più la stessa, il nostro partito in cui non ci riconosciamo più. A volte per cercare di rendere accettabile il cambiamento, stravolgiamo la realtà. Perché invece ammettere di aver sbagliato è dura. E’ dura ammettere di essersi sbagliati su qualcuno, è doloroso riconoscere di aver preso un abbaglio, di aver frainteso completamente la vera natura di una persona o una situazione. Ma non c’è altra via, se vogliamo crescere. Altrimenti restiamo convinti che la realtà si possa modellare a nostro piacimento con una bacchetta magica. O con un colpo d’aria.

8 thoughts on “La coerenza di Mara

  1. È una riflessione interessante; dall’altra parte, c’è anche da dire che la commissione proposta, nel clima politico attuale, ha centomila probabilità contro una di diventare il Ministero dell’Amore orwelliano. Di fronte a questo pericolo, la motivazione di combattere l’antisemitismo mi pare esile e persino pretestuosa. La senatrice Segre, più che difesa, mi pare usata, nel contesto attuale; ma forse sono io troppo malizioso…

  2. Forse hai ragione, ma allora, al di là del razzismo, sono anche stupidi perchè sono caduti nella trappola. Comunque la si interpreti quell’astensione è un autogol clamoroso

  3. Su questo concordo: diciamo che, se sei realmente convinto che ci sia del marcio, non ti astieni, voti contro e te ne assumi la completa responsabilità. Manca il coraggio di dar fastidio sul serio o, come direbbe Renato Zero, il coraggio delle idee – se siano giuste o sbagliate, deciderà poi l’elettore.

  4. Eh, ma quanto è difficile farsi un parere “oggettivo”, come vagheggiavamo da quattordicenni.
    Ti faccio un esempio. L’idea di Liliana Segre (sintetizzo per ragioni di confrontabilità) “fermiamo sul nascere le idee antisemite, razziste, istigatrici di odio” mi trova di per sé d’accordo. Ma all’atto pratico cosa vuol dire? Che non posso esprimere pareri diversi dalla massa sui social network? Che non posso criticare quell’amabile cretino di Balotelli, né la politica israeliana?
    Ultimo dubbio pesantissimo: se lo stesso enunciato lo avesse proposto la Meloni o Salvini, non avremmo gridato allo scandalo?
    (Non sto sostenendo una tesi, ma esprimendo un dubbio che mi ha preso nelle ultime ore)

  5. Le opinioni non sono tutte uguali, come le idee, come le persone. E se qualcuno dice boiate io penso che non solo sia lecito, ma che sia opportuno tacitarlo. Chi lo stabilisce? Ecco, questo è un problema

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