Le buone cose di pessimo gusto

Stamattina pensavo a quanto sono strane le sopracciglia. I nostri antenati primitivi avevano su tutto il viso uno strato di peluria uniforme, poi pian piano l’evoluzione ha fatto sì che progressivamente si ritirasse sulla parte superiore del capo, diventando capelli e nei maschi (ma mica solamente!) in quella inferiore, diventando barba. Unici peli irriducibili, isole nel deserto glabro del resto della faccia, le sopracciglia. In effetti quei peli lì non a caso sono gli unici ad avere una funzione, perché riparano gli occhi dal sudore. Ma per quanta corse possiamo fare, per quanto caldo possiamo sentire, ma quanto dovremmo sudare per poter dire “ma sì effettivamente queste sopracciglia sono una bella trovata”?

Ammettiamolo, sono insolite! Un vero e proprio residuo del passato, quasi un monito per ricordarci quella parte animale che spesso vogliamo dimenticare. Pensate per un attimo se invece di lì dove sono un gruppo di peli fosse rimasto in mezzo alla fronte oppure sotto gli occhi. Eppure, nonostante ci siano stati periodi in cui la moda le riduceva drasticamente fino a volte ad azzerarle, ma quanto è orrendo un volto senza sopracciglia?

Al di là della loro presunta funzione salvaocchi, le sopracciglia sono belle. A me piacciono molto! E questa cosa mi ha fatto tornare in mente Gozzano con le sue buone cose di pessimo gusto di cui parlavo con un’amica giorni fa. Ci sono oggetti che ci circondano, che abitano le nostre giornate, a cui siamo affezionati, che sono belle pur essendo brutte, sono comode anche se in realtà la scienza e la tecnica ne hanno inventate di più comode. Un paio di stivali di gomma per portare il cane al prato, lo spremi agrumi manuale, quel vecchio giaccone coprivento, la bicicletta vecchia e arrugginita perfetta per la casa al mare.

E le persone? Non è forse vero che ognuno di noi ne ha? Quei vecchi amici a cui siamo visceralmente legati, ma che sono obiettivamente impresentabili. Amici che a volte spariscono per mesi ma quando li senti è come se ti fossi lasciato il giorno prima, da cui compreremmo una macchina usata, con cui condivideremmo soldi e mutande, ma che non porteremmo mai ad una serata di gala. Buoni, anzi ottimi amici, di pessimo gusto. Un po’ come un bel paio di sopracciglia!

11 thoughts on “Le buone cose di pessimo gusto

  1. Caro Giac, ci fu un tempo in cui feci cose strane, come succede un po’ a tutti. Avevo 15 anni ma non do la colpa all’età, un po’ eccentrica lo sono sempre stata e lo sono tuttora. Capitò che mia madre mi chiese di mettere ordine tra i suoi dischi. Ne aveva a vagoni e la maggior parte non era nella busta giusta. Fu così che mi capitò tra le mani un disco di Mina, penso la conoscerai.  Aveva un trucco pesante, un po’ drammatico, sembrava una diva dei film muti. Ma quello che mi colpì fu la totale assenza delle sopracciglia. Non la trovai orrenda anzi, mi piacque al punto che me le tolsi anch’io. E le ho tolte così bene che non sono più ricresciute. Sì, sono senza sopracciglia e mi piaccio così e ti assicuro che gli uomini ai quali sono piaciuta non l’hanno neppure notato, erano troppo attratti dal resto per farci caso.

  2. Come le sopracciglia anche gli amici di più brutta presenza risalgono ai tempi della (nostra personale) preistoria. I miei casi meno presentabili me li porto avanti dai tempi d’oro dell’asilo!

  3. Aggiungerei un punto: qualche artista, già secoli fa, aveva osservato che tutta l’espressività di un volto umano è concentrata proprio lì, nelle sopracciglia: prova a fare lo sguardo arrabbiato senza…

  4. E’ così infatti! Quegli amici che probabilmente se avessimo conosciuto oggi ce ne saremmo tenuti ben alla larga….ma ormai fanno parte di noi e delle nostre vite. Come le sopracciglia, appunto!

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