Nun te regghe più

La verità è che non se ne può più. Due mesi di arresti domiciliari, bollettini di guerra ogni giorno alle 18, file interminabili ad ogni negozio, psicopatici a piede libero (ma rigorosamente con mascherina), ne abbiamo sopportate di tutte: mi girano così i maroni che persino Fiorello che dice state a casa comincia a starmi sulle palle. In questo scenario, l’autocelebrazione del premier che pensa di diffondere il verbo come se stesse ancora davanti ai suoi studenti fra i banchi dell’università, ha superato la misura.

Che poi, poveretto, da una parte non credo che qualcun’altro al suo posto avrebbe fatto miglior figura (tremo solo all’idea che su quel posto potevano esserci un troglodita come Salvini o un ex bibitaro come Di Maio). Ma d’altra parte dal capo del governo uno si aspetterebbe delle risposte. Non ci sai dire quando, almeno dicci come! Come si ripartirà? Come pensate di riavviare le attività? E le scuole? E i trasporti? Mettete le mascherine e state distanti non può bastare! Lo capisci che non può bastare?

Come ironizzavo sui strani tentennamenti prima di prendere una decisione definitiva all’inizio (ho letto che se avessimo deciso il lockdown solamente una settimana prima, avremmo avuto il 70% dei morti in meno), mi sembra che anche nella fase di riapertura, non si capisce bene cosa e come bisogna fare: i parenti sì, (ma quali?), le seconde case ok (ma solo in regione), lo sport va bene (ma solo quelli individuali), i funerali sì (ma le messe no), locali aperti (ma solo per asporto). Mi sembra che l’unica vera speranza che abbiamo è che come sia venuto il virus se ne vada. L’estate, il caldo, le preghiere, ognuno creda in quel che preferisce, ma questa è l’impressione.

Insomma, poche idee ma ben confuse come avrebbe detto Flaiano. In qualche modo ne usciremo e proprio il povero Conte sarà il principale capro espiatorio: avrà fatto bene, avrà fatto male, comunque vada a finire in ogni caso lo associeremo a questa catastrofe. Anche tra dieci anni se qualcuno lo nominerà toccheremo ferro. Il Paese che volterà pagina non vorrà certamente ripartire da chi, anche involontariamente, anche con le migliori intenzioni, ha guidato questa fase. Allora, ritornando al fatto che sei un professore, come a scuola, se non hai tu delle buone idee, guarda gli altri e copia! Ti assicuro, nessuno se ne avrà a male e forse un 18 politico lo prenderai anche tu!

 

7 thoughts on “Nun te regghe più

  1. L’unica cosa giusta da fare, secondo me, era differenziare le disposizioni di riapertura su base regionale. La Basilicata non ha bisogno di altri 15 giorni di lockdown, il Piemonte o la Lombardia sì. Possibile che quel popó di scienziati profumatamente pagati non siano stati in grado di fare, che ne so, un grafico a torta con le Regioni più a rischio contagio e quelle che potevano allentare un po’ la quarantena?

  2. Esatto. Purtroppo secondo me ha pesato il nome di certe regioni rispetto ad altre….ti immagini a parti invertite? I lombardi avrebbero fatto fuoco e fiamme!

  3. Francamente non se ne può proprio più! E tutti quei talk-show con ospiti più o meno illustri che parlano danno consigli, fanno le Cassandre e predicono sventure e scenarii drammatici, creando confusione! Puoi spegnere la tv, direte voi. Potrei ma quel fanatico di mio marito non se ne perde una, Carta bianca, Di martedì, 8 e mezzp, Tagadà, la Gabbia, Non è l’arena e chi più ne ha più ne metta. E siccome molte di loro sono trasmesse allo stesso orario ma su canali diversi è tutto un zapping frenetico che alla fine non ha capito niente. Così ik mi ritiro nella mia ala del castello per vedere quello che mi pare, sapendo già quello che mi aspetta quando alle 3:45 verrà a letto e si guarderà tutte le repliche con l’abatjour acceso e srnza cuffie com’è logico. Conte a questo non ci ha pensato?

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