Non è un Paese per giovani (tranne gli influencer e quelli che fanno rock)

Che un gruppo di tardo adolescenti un po’ coatti abbia vinto un festival della canzone di cui francamente ignoravo l’esistenza fino all’altro giorno, me ne importa il giusto. Così come dei malumori dei Francesi, che fin dai tempi di Bartali si sa che si incazzano e i giornali poi svolazzano. Mi lascia più perplesso la capacità (o forse dovrei dire il potere) di una che nella vita ancora non ho capito bene cosa faccia e quali competenze abbia, che però riesce a smuovere le folle più di qualsiasi leader politico. Ma quello perché sono anziano – direbbero i miei figli – e non capisco le dinamiche giovanili.

Ma chi li capisce i giovani? Sicuramente non si lasciano imbrigliare in categorie tradizionali, anche quando fanno finta di essere sovversivi (a proposito dei Maneskin, per carità fanno anche canzoni divertenti, però come dice il mio amico Pank, danno sempre l’impressione che in realtà vorrebbero dire “mamma, guarda come sono trasgressivo“), anche quando seguono quello che dice una Influencer. Ma forse sul serio sono io che sono anziano e poco moderno (un cocetto che il pensiero non considera).

Un po’ come il povero Enrico Letta. Che mica aveva detto una stronzata! Destiniamo a 280mila diciottenni (di famiglie a reddito medio-basso) un assegno di 10 mila euro spendibili per formazione, lavoro o alloggio, finanziando l’operazione con l’aumento della tassa di successione sui patrimoni che superano i cinque milioni di euro, toccando dunque le tasche solo dello 0,3% per cento degli italiani, i più ricchi. 

Se avesse proposto di abolire il campionato di calcio probabilmente avrebbe avuto meno critiche! Proposta inutile, demagogica, populista, strumentale, inefficace, ridicola, gliene hanno dette di tutti colori e non solo quei quaquaraquà del centrodestra. Persino il saggio Draghi ha bollato l’idea come inopportuna. Il benaltrismo della politica italiana è disarmante. C’è sempre qualcosa di più importante da fare, di più urgente, di più efficace. E quindi non si fa nulla.

Certo, 10 mila euro non cambieranno la vita, ma ad esempio, finanzierebbero un corso di studi universitario. E soprattutto l’idea che chi più ha, più deve dare una mano, mi sembra un criterio da valorizzare. Invece no: creiamogli opportunità di lavoro, non diamogli l’elemosina! Che è come dire, non ti compro le scarpe nuove, perché invece sarebbe meglio regalarti una Ferrari. Anzi, una Ferragni. Vogliamo scommettere che che se questa proposta l’avesse lanciata lei, avrebbe avuto tutt’altro successo? In vista delle prossime elezioni, fossi il PD comincerei a farci un pensierino.

15 thoughts on “Non è un Paese per giovani (tranne gli influencer e quelli che fanno rock)

  1. Permettimi di dire il mio parere, non ci conosciamo, ma mi piace pensare di potermi confrontare, come due chiacchiere al bar, davanti a un caffè. Sull’idea di tassare i ricchi sono più che d’accordo, forse perché non rientro nella categoria… Sui 10.000 euro regalati ai neo diciottenni, no. Semplicemente perchè siamo in Italia, e ci sarebbe di certo un abuso, i soldi fiirebbero nelle tasche sbagliate o per usi diversi da quelli stabiliti. Per chi vuole studiare, ma non ha i mezzi, ci sono già le borse di studio, che richiedono almeno un minimo di risultati a chi ne usufruisce. 10.000 euro ragalati tout court, senza garanzie del loro uso proficuo, senza meriti di nessun tipo, se non quello di essere genericamente “a basso reddito” non mi piacciono. Abbiamo visto quali e quante famiglie usufruiscono del reddito di cittadinanza senza averne diritto… E’ la mia idea, magari sbaglio. 🙂

  2. E non hai torto neanche tu! In effetti anche a me piace di più l’idea che i “ricchi” partecipino, dei soldi a pioggia però qualcosa per i ragazzi andrebbe fatta, non so cosa, ma qualcosa bisognerebbe inventarsi

  3. Come sarebbe a dire che non sapevi che c’era l’Eurofestival? E’ un festival con una lunga tradizione e ha anche avuto partecpazioni importanti. Un anno ci andò anche Battiato, con Alice, e ci portò una canzone bellissima, infatti vinse un gruppo svedese che cantava una roba abbastanza insulsa anche se molto orecchiabile. Però era orecchiabilissima anche quella di Battiato: I treni per Tozeur

  4. Mi permetto di darti la mia personalissima opinione di 22enne, che a 18 anni non ha ricevuto 10mila euro ma 500 con il bonus cultura. Non funzionerebbe, come per tanti non ha funzionato il bonus, nato per comprare libri e visitare mostre e usato di fatto per pc, tablet, aggeggi tecnologici e concerti. Dare 10mila euro come se fosse un assegno a dei ragazzi che a 18 anni sanno a mala pena cosa vogliono fare nel futuro sarebbe soltanto uno sperpero di denaro, andrebbero investiti per aumentare le borse di studio, per dei corsi di orientamento, per migliorare l’istruzione. E a 22 anni mi sento di dire che forse, e dico forse, il vero problema di noi giovani è non avere una prospettiva lavorativa

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