Gli alibi e le ragioni

E confondo i miei alibi e le tue ragioni

Stiamo vivendo un periodo difficile. Sì, è vero, questa considerazione è un evergreen, l’abbiamo sentita ripetere un milione di volte, ma raramente abbiamo vissuto una pandemia mondiale e una guerra nel cuore dell’Europa, con una crisi economica che fa triplicare i costi dell’energia e rimanda indietro i livelli dell’inflazione a 40 anni fa. Insomma, viviamo sempre periodi difficili, ma questi penso oggettivamente siano più difficili di altri.

E come reagiscono i nostri politici? Come affrontano questa emergenza, questa concomitanza di eventi straordinari? Come sempre. Litigando per questioni di lana caprina, cercando di lucrare rendite di posizione e piccoli vantaggi da giocarsi a favore dei propri interessi di bottega. D’altra parte siamo stati noi ad eleggerli e non credo ci sia questa differenza radicale fra noi e loro.

Effettivamente in tante situazioni la linea di separazione fra alibi e ragioni è molto labile. E spesso anche artificiosa. Un po’ come quei confini disegnati sulla carta, dritti per dritti che vanno a dividere nazioni che in realtà fanno parte di un unico territorio. Quando invece esistono fiumi, montagne o qualsiasi altro dato concreto che separi due Stati, la situazione diventa molto più semplice. E più oggettiva.

La confusione nasce proprio dal fatto che è frequente il caso in cui non ci sono dati oggettivi. O meglio, ognuno di noi pensa di averne: siamo certi delle nostre convinzioni e quindi delle nostre ragioni. Quelli degli altri invece li giudichiamo solamente come alibi, scuse per fare o non fare qualcosa che in realtà non ha motivi.

Quando confondiamo alibi e ragioni rischiamo di rovinare un’amicizia, un rapporto di fiducia, una relazione. Ma quando questo succede a chi ha una carica ufficiale, il guaio può essere ben peggiore: chi ha obblighi nei confronti della collettività dovrebbe avere la capacità di andare oltre. Proprio perché alibi e ragioni possono essere facilmente confusi, ci vorrebbe un’assunzione di responsabilità, l’abilità e l’intelligenza di andare sopra ed oltre. E forse, quando saremo dentro la cabina elettorale, dovremmo cominciare a valutare i politici proprio a partire da questa capacità.

7 thoughts on “Gli alibi e le ragioni

  1. “D’altra parte siamo stati noi ad eleggerli e non credo ci sia questa differenza radicale fra noi e loro”. Siamo tutti di una stessa pasta. Immagino che anche nei migliori gli ideali siano alti, diciamo uno può anche pensare in grande, ma quando parte dal basso si trova intrappolato anche lui negli ingranaggi della politica e così diventa incapace di incidere, di realizzare i propri progetti, e può cambiare le cose solo un millimetro per volta. Penso a un eroe del nostro tempo, che se fosse Ministro della Giustizia lo sarebbe a beneficio di tutti, ma che è stato impedito, da qualcosa o qualcuno. Mala tempora currunt. Hai ragione a dire che è una frase che vale sempre. Però credo che col senno di poi si possano valutare tempi migliori e tempi peggiori. https://www.insidehook.com/daily_brief/news-opinion/worst-year-human-history

  2. Mi è piaciuto moltissimo questo post. Un tipico alibi è quello di dire che tanto i politici sono tutti uguali. Dico alibi, perché noi per primi cerchiamo nel politico quello che ci fa i favori. L’esempio è il reddito di cittadinanza, capace di aggregare tantissimi voti, per fare assistenzialismo puro, senza chiedere nulla in cambio: infatti ha premiato i disonesti e demotivato tutti gli altri. Sono loro l’esercito del “sono tutti uguali”. Ci sono comunque parti di elettorato che si spostano in buona fede. Spero che almeno questi seguano il tuo consiglio e dentro la cabina elettorale si sforzino di valutare i politici, come dici tu, “dalla capacità di assumersi responsabilità e l’abilità e l’intelligenza di andare sopra ed oltre”. Mi pare che il populismo abbia preso una bella mazzata, speriamo che al prossimo giro se ne vedano i risultati. Dobbiamo fare attenzione, interessarci e fare tutti uno sforzo.

  3. Bello! Post di questo tipo fanno bene, in momenti come questo – prima di tutto perché ci ricordano una spiacevole verità, ovvero che sedersi in un angolo e frignare “Uffa, ma PERCHÉ sono tutti così cattivi e incapaci” non servirà a spostare la situazione di un millimetro, e poi perché con garbo ci ricordano che, così come siamo parte del problema, potremmo pure decidere di essere parte della soluzione ☺️

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