Prima di chiedere

Vi è mai capitato di sentirvi fuori luogo mentre ponevate una domanda? Vi siete mai pentiti di chiedere qualcosa nel momento stesso in cui la chiedevate? Avete mai avvertito un brivido dietro la schiena leggendo negli occhi dei vostri consanguinei, tutto il loro disappunto per l’inadeguatezza della vostra domanda?

Il fatto è che ci sono volte in cui il silenzio è pesante. Situazioni in cui ci sentiamo a disagio, fuori posto, non sappiamo che dire. E allora, spegnendo per un attimo il collegamento fra il cervello e la bocca, ci escono domande inopportune. Ci vengono fuori richieste prive di senso, fuori contesto, imbarazzanti per noi che le poniamo e per chi dovrebbe dare una risposta. Domande totalmente inutili, di cui a volte conosciamo già la risposta, oppure domande la cui risposta non ci interessa davvero conoscere.

E’ in situazioni come queste che la nostra autostima precipita, che ci sentiamo un po’ come quelli che ad una cena elegante arrivano con i calzini bianchi e i sandali stile frate francescano. Ma non dovremmo mai abbandonare la speranza, non dovremmo mai perdere la fiducia in noi stessi. In fondo se perfino uno come Internet Explorer ha il coraggio, ogni volta che inavvertitamente lo facciamo partire,  di chiederci “vuoi impostare Explorer come browser prefedefinito?” perché dovremmo scoraggiarci noi?

Non siete ancora convinti? Continuate a ripensare all’ultima figura di merda che avete fatto e vi autocommiserate pensando che solo un coglione avrebbe potuto fare una domanda inutile/impertinente/imbarazzante come quella? Allora andate sul sito dell’Esta e compilate il questionario obbligatorio per chiedere il visto per gli Stati Uniti. E la vostra autostima vi ringrazierà.

Le domande sono importanti

Le domande sono importanti. Sì, certo, anche le risposte. Ma le domande di più. Le domande fatte bene a volte non hanno bisogno delle risposte. Pensate alla fantasia che c’è nelle domande dei bambini, nella loro ossessiva, retorica, a volte urticante sequela di “perché”. O alla profondità di pensiero della filosofia. Molto, molto più importanti le domande, di qualsiasi possibile risposta. Anche perché ogni possibile risposta non esaurirà mai la domanda. Ne farà nascere di nuove, sempre più ricche, sempre più profonde.

Ci sono domande retoriche, dove la risposta è scontata, o domande paradossali, domande curiose e domande imbarazzanti, domande sciocche e domande inopportune. Domande che escono fuori come fiumi in tempesta, come una scariche di elettricità, come una gazzelle nella savana, come un tornado di vento in un tunnel. Domande oziose, fatte giusto per aprir bocca e dargli fiato, oppure domande fastidiose, fatte apposta per far innervosire l’interlocutore. Domande che contengono le risposte e domande di cui non vorremmo mai sentire la risposta. Io, che notoriamente sono curioso come una scimmia, tendo sempre a fare troppe domande. Se mi fermo un momento a ragionare magari scopro che non è che mi interessa poi così tanto delle risposte. Ma vuoi mettere il gusto di chiedere?

Le persone andrebbero giudicate dalle domande che pongono, più che dalle risposte che danno. Poche cose fanno capire il livello di intelligenza o di stupidità di qualcuno quanto le domande che fa. A parte forse il rifarsi le sopracciglia. Perché è dalle domande che si capiscono le cose, molto più che dalle risposte. Può capitare di non avere una risposta. Peggio, molto peggio è il non avere più domande. O fare la domanda, già sapendo la risposta.