Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente
Tornando a casa per radio riascoltavo questa canzone… E sarà stata la giornata devastante appena trascorsa, sarà stata la fila sulla tangenziale, il caldo, la Lazio che non compra nessuno, sta di fatto che ad un certo punto mi sembrava che il buon Edoardo ce l’avesse proprio con me.
E mi chiedevo: quale sarà il mio falso incidente da raccontare ai nipoti? Quale sarà la grande bugia che avrò ripetuto tante e tante volte da finire per crederci? Cosa mi inventerò per spiegare ai miei eredi del perché il loro nonno non è diventato, che so, un calciatore di serie A, una celebre autorità, oppure un personaggio di successo? Noi aspiranti scrittori poi siamo naturalmente portati a questo. Magari dando la colpa (perché quasi sempre è colpa di qualcuno che ha provocato l’incidente) a qualche editore incompetente!
Alla fin fine, ha ragione Bennato. Ognuno di noi rischia di perdersi nei sentieri interrotti dei Se e dei Ma. Perché in fondo, ognuno di noi ha bisogno di comode e rassicuranti scuse, per giustificare – prima di tutto a se stesso – i propri fallimenti. O meglio, più che i fallimenti (lì almeno puoi dire di averci provato), tutte le occasioni che non abbiamo colto, le volte in cui non ci siamo nemmeno messi in gioco.
Per paura? Forse. Per pigrizia, soprattutto. Almeno per quanto mi riguarda. E chi sa se i miei nipoti ci crederanno! Chissà se riuscirò a convincerli che se non ci fosse stato quell’impedimento se non avessi avuto quell’imprevisto se non ci fosse stata la guera (rigorosamente con un erre sola!) se non fossi arrivato troppo presto, se non avessi fatto troppo tardi. A quest’ora…Chissà…
Chissà se con l’età avrò imparato almeno a dire bene le bugie!
Un giorno credi di essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero