Ogni cosa ha il suo prezzo

“Venderò la mia sconfitta a chi ha bisogno di sentirsi forte e come un quadro che sta in soffitta gli parlerò della mia cattiva sorte.”

Questo post è la prosecuzione di quest’altro https://giacani.wordpress.com/2013/09/18/se-non-e-ancora-successo/

Li però la rivoluzione la si faceva in prima persona. Eravamo (siamo…possiamo essere!) noi i soggetti promotori. Qui invece si parlerà di una rivoluzione che si subisce. Le più frequenti, del resto. Solo pochi, bravi e fortunati sono in grado di “fare” le rivoluzione, i più le subiscono. E solo pochi, bravi e fortunati riescono a governare le rivoluzioni che subiscono. Perché, come dice il sommo Pennac, “sul futuro, di una cosa sola siamo certi. Che non sarà come ce l’eravamo immaginato“.

Le rivoluzioni arrivano così, più o meno previste, più o meno annunciate. Arrivano e il più delle volte sconvolgono tutto. 12 anni sono tanti, troppi forse. Arriverà e travolgerà ogni  cosa. Consuetudini, modi di pensare, procedure, convinzioni, abitudini, comodità. Persone.

Ma se l’altra volta dicevo cosa intendo io per fare la rivoluzione, non ho ricette ora su come affrontarla senza esserne travolti. Certo sono curioso, come sempre. Più curioso che spaventato, anche se il buon senso mi dovrebbe mettere in guardia. Viale Europa sembra un formicaio impazzito, e Renzi potrebbe essere il bambino che per divertimento va lì e ci si mette a camminare sopra.

Ma del resto che potremmo fare? Il passato parla per noi e ormai quel che fatto è fatto. Non ho scheletri nell’armadio, ho fatto quello che mi si chiedeva di fare, come un soldato qualsiasi. E se non sono proprio orgoglioso di tutto, almeno una soddisfazione ce l’ho. Con un po’ di orgoglio e un po’ di vanagloria posso ancora guardare chiunque negli occhi e canticchiare sommessamente l’ultimo verso di questa bella canzone di Bennato. E poi sarà quel che sarà!

 

Con i se e con i ma

Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente

Tornando a casa per radio riascoltavo questa canzone… E sarà stata la giornata devastante appena trascorsa, sarà stata la fila sulla tangenziale, il caldo, la Lazio che non compra nessuno, sta di fatto che ad un certo punto mi sembrava che il buon Edoardo ce l’avesse proprio con me.

E mi chiedevo: quale sarà il mio falso incidente da raccontare ai nipoti? Quale sarà la grande bugia che avrò ripetuto tante e tante volte da finire per crederci? Cosa mi inventerò per spiegare ai miei eredi del perché il loro nonno non è diventato, che so, un  calciatore di serie A, una celebre autorità, oppure un personaggio di successo? Noi aspiranti scrittori poi siamo naturalmente portati a questo. Magari dando la colpa (perché quasi sempre è colpa di qualcuno che ha provocato l’incidente) a qualche editore incompetente!

Alla fin fine, ha ragione Bennato. Ognuno di noi rischia di perdersi nei sentieri interrotti dei Se e dei Ma. Perché in fondo, ognuno di noi ha bisogno di comode e rassicuranti scuse, per giustificare – prima di tutto a se stesso – i propri fallimenti. O meglio, più che i fallimenti (lì almeno puoi dire di averci provato), tutte le occasioni che non abbiamo colto, le volte in cui non ci siamo nemmeno messi in gioco.

Per paura? Forse. Per pigrizia, soprattutto. Almeno per quanto mi riguarda. E chi sa se i miei nipoti ci crederanno! Chissà se riuscirò a convincerli che se non ci fosse stato quell’impedimento se non avessi avuto quell’imprevisto se non ci fosse stata la guera (rigorosamente con un erre sola!) se non fossi arrivato troppo presto, se non avessi fatto troppo tardi. A quest’ora…Chissà…

Chissà se con l’età avrò imparato almeno a dire bene le bugie!

Un giorno credi di essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero

Il coraggio e la paura

Oramai già lo sai dai pirati, cosa ti puoi aspettare. Ti potranno insultare, minacciare, in fondo è il loro mestiere. Ti faranno i versi, le boccacce, ti faranno le facce scure. E’ per questo che si allenano davanti allo specchio quasi tutte le sere. Ma lo fanno per cercare di vincere le loro stesse paure. Oramai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare…

E’ possibile, per paura, rovinare la propria vita? E’ possibile, per paura, cancellare il proprio futuro? E’ possibile, per paura, decidere di non scegliere? Certo che è possibile. E tutti subito pronti a criticare.

Perché è facile condannare le paure degli altri. E’ semplicissimo giudicarli paurosi, accusarli di debolezza o di egoismo, perché non riescono ad affrontare le proprie paure. Molto più difficile ammettere le proprie, affrontarle, decidere di farci i conti, finalmente.

E’ possibile non avere paura? Non sto parlando del coraggio dell’incosciente, di quello che non conosce paura perché non vuole valutare le conseguenze. Anche quello è un modo per non affrontarle. In fondo l’incosciente è quello che non ha coraggio di affrontare la paure e quindi fa finta che non esistano.

Ma il coraggio vero è un altro.

E’ il coraggio di chi sa, non di chi ignora. E’ il coraggio di chi affronta i pirati. Ma oramai già lo sai dai pirati, cosa ti puoi aspettare…

Paurosa e incosciente, dolce e testarda, ti porterò sempre nel cuore, amica mia.