Puoi metterti in viaggio seguendo le stelle o inseguendo le nuvole, per raggiungere una meta, oppure solo per andare via.
Ci si mette in viaggio per il gusto di viaggiare o perché si ha chiaro davanti a sé il proprio traguardo. Accettando il rischio di perdersi, oppure seguendo un percorso già tracciato.
Si può partire per dimenticare o per farsi dimenticare, con la paura di perdere qualcosa o con il coraggio di perdersi, trovando qualcosa di nuovo o semplicemente ritrovando se stessi.
Ci si mette in viaggio con la speranza di arrivare o con la nostalgia di tornare.
E qui decidi la natura del tuo viaggio, qui si apre la differenza tra chi segue le stelle e chi insegue le nuvole. Tra chi cerca una meta – che poi è sempre un ritorno – e chi è disposto ad aprirsi ad un futuro diverso.
Tra la speranza e la nostalgia c’è tutta la distanza fra chi pensa ci sia qualcosa da guadagnare e chi non ha più nulla da perdere.
Ci vuole coraggio per mettersi in viaggio.
A volte però il coraggio vero è quello che ti fa restare.
Bello leggerti sul tuo blog Romolo! A te tanta speranza con un pizzico di nostalgia.
Un sorriso
Anna Maria
Partire, sognare, sperare, cominciare.. Credo che per me sia ancora tutto in fase progettuale. Scusa la rima non voluta. Comunque trovo affascinante l’idea di viaggio, inizio di qualcosa. E poi le stelle son belle anche da qui. Sono d’accordo quando dici che il coraggio e’ di chi resta. Ma credo anche che si debba partire solo quando si ha il coraggio di non tornare, di non voltarsi indietro. E poi il coraggio e’ sopravvalutato, a volte e’ solo una necessità.
Brava, brava, brava. Il coraggio è sopravvalutato. E un po’ anche il sesso, a dire il vero. A volte è solo una necessità
L’argomento è vasto, intimo. Io credo che se il sesso diventa necessità, e’ ora di cambiare partner. Per le necessità c’è pur sempre il fai da te. Oggi mi sento di rispondere così, ma non sottoscrivo per il futuro, sono volubile.
E’ saggio essere volubili. La coerenza è la virtù dei cretini. Altra cosa (ben diversa) la fedeltà.