Il termine ai paragoni

Il problema dell’autostima nasce sempre dai modelli con cui ci si paragona. O con cui ci paragonano gli altri. Può essere il fratello più grande secchione a scuola, il cugino più forte a calcio, la figlia della vicina grande gnocca. Per un certo frangente può anche essere utile, può essere una molla che ci spinge a fare meglio, a dare di più, ma alla lunga il termine di paragone è la nostra rovina. A un certo punto dovremmo mettere un termine ai paragoni.

Perché può anche essere normale a sei anni vedere chi riesce a pisciare più lontano o a quattordici fare collezione di fidanzati, per farsene uno più della vicina di banco. Ma poi si cresce. Si dovrebbe maturare. Si dovrebbe imparare ad apprezzare quello che siamo, a valorizzare quello che abbiamo, acquisendo quelle sicurezze e quall’autostima tale che i successi o le capacità altrui non dovrebbero toccarci più di tanto. Insomma, forse sarebbe il caso di prendere coscienza che continuare a guardare l’erba del vicino serve solo a diventare strabici. O al massimo a farsi il fegato grosso così.

12 thoughts on “Il termine ai paragoni

  1. Si cresce e si dovrebbe maturare… Si dovrebbe tante cose… Ma anche se non è fa nulla!!!! Son già nata mezza strabica, sono a posto😅😂

  2. Ma si! Eppoi che noia sarebbe se fossimo tutti bellissimi, bravissimi, superlativi ecc… dei super individui. Dei robot, che palle!

  3. Certo che non è solo così! Ma io penso sul serio (minchioneria a parte) che molti guai, anche involontariamente, derivino dai paragoni che fin da piccoli ci costringono a metterci a confronto con gli altri. Non è solo una questione di invidia, quella può venir fuori dopo.

  4. Vabbè che millanti da sempre la minchionaggine del tuo blog, ma non puoi davvero pensare che l’autostima sia solo un problema di strabismo. Guardare l’erba del vicino al massimo può essere classificato come invidia, chi ha un vero problema di autostima pensa di non essere abbastanza a prescindere da chi c’è intorno. Se fosse tutto così semplice avremmo frotte di analisti e psicoterapeuti disoccupati, ma non è così.

  5. Che molti guai dipendano da radici lontane è indubbio, e certe radici sono quasi impossibili da estirpare da soli. Il punto è che l’autostima viene minata alle basi quando i paragoni non li facciamo noi ma siamo costretti a subirli. Molti genitori non considerano minimamente danni che possono fare ai figli così come molti adulti rispetto al proprio partner, e pochi hanno la forza psicologica per uscirne indenni.
    E continuo a pensare che chi guarda l’erba del vicino non abbia nessuno di questi problemi.

  6. È esattamente quello che volevo dire, salvo che secondo me invece le conseguenze sono quelle che dicevo nel post: i paragoni imposti dell’infanzia ci portano poi a continuare a guardare l’erba del vicino. A volte come utile stimolo, altre come frustrante traguardo irraggiungibile

  7. Di fondo chi ti sbandiera la sua abilità ha solo un profondo desiderio di riconferme… lo so bene che con gente che piscia più distante ho a che fare a 360 gradi

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