Non vi faccio gli auguri…vi dico solo grazie. Grazie a tutte le viaggiatrici ermeneutiche!

No che non c’era bisogno! Ma c’è un vantaggio ad aver aperto il blog solo da sei mesi: tutto quello che scrivi è nuovo. Anche ciò che hai scritto anni prima! E siccome, come dice giustamente qualcuno, l’8 marzo è proprio la classica ricorrenza che ci fa dire e scrivere cose banali e già sentite, io non mi sottrarrò a questo deja vu. Anzi, lo cavalco! E quindi, per quest’anno, nulla di nuovo sotto il sole e dentro il blog. Mi limiterò a citarmi, rimettendo qui i due post scritti in anni recenti sull’8 marzo.
https://giacani.wordpress.com/2013/09/18/lovvio-marzo/
https://giacani.wordpress.com/2013/09/18/anche-per-te/
“And woman hold me close to your heart, however, distant don’t keep us apart, after all it is written in the stars.”
Come si fa a non essere retorici parlando dell’8 marzo? O si legge la Littizzetto (!) o è inevitabile che si cada nella retorica del già detto. E perché c’è una festa della donna e non una dell’uomo. Meno feste e più diritti. La parità tutti i giorni, non solo l’8 marzo. Alla fine tutti gli anni leggiamo su per giù le stesse cose. L’anno scorso avevo tirato fuori una storiella metafisica sulla presunta femminilità del Padreterno, ma insomma è difficile dire cose originali.
Ma poi chi l’ha detto che bisogna sempre essere originali?
A volte l’ovvio ha una profondità che ci sfugge, perché sbagliando diamo per scontata. Invece a me piace la festa della donna. E sapete perché? Perché a fianco a me vive una donna che se la merita. Non solo lei, certo. Ho anche un sacco di amiche belle, profonde e spiritose, geniali a volte.
Però, potendo parlare con cognizione di causa, dico che la mia donna è grande.
E’ lei che mi fa sentire e pensare in grande. E’ lei che mi fa incazzare e ridere alla grande. Che mi fa immaginare e scrivere in grande. Perché è lei che mi fa sognare in grande, che mi fa vivere e provare cose grandi. Che mi fa tentare di amare in grande. Altro che un fiore di mimosa…la mia donna è grande come un albero.
Le considerazioni di oggi partono da una constatazione, da una citazione e da un anniversario.
La constatazione è algebrica.
Quando avevo 10 anni intorno a me c’erano tanti bambini e tante bambine, all’incirca dello stesso numero. Così anche a 20 anni, tante ragazze, tanti ragazzi.
Dai 30 anni in poi comincia uno strano fenomeno: via via che passano gli anni le ragazze (diciamo le donne) aumentano. A parte le coppie ci sono molte donne single e non altrettanti uomini. Così, a mente, senza starci a pensare troppo, mi vengono in mente decine di amiche, belle, intelligenti, simpatiche, affermate nel lavoro, più o meno felicemente single. Ho difficoltà a riempire le dita di una mano per quanto riguarda gli uomini. Forse negli ultimi anni grazie (si fa per dire) alle separazioni il numero cresce, ma sempre in percentuale minoritaria.
Com’è spiegabile questo fatto? C’è una ragione demografica? O semplicemente gli uomini non sanno stare da soli?
E qui arriva la citazione (per altro già riportata in altre note, perché mi piace molto). Diceva Gloria Stein “una donna senza un uomo è come un pesce senza una bicicletta”.
E un uomo senza una donna?
Perché effettivamente forse tutte queste amiche single non saranno sempre al 7 cielo, ma avete presente gli uomini single? Ammettiamolo amici, siamo una frana! Nostalgici quando abbiamo una grande storia alle spalle (non parliamo dei vedovi, che santificano mogli che hanno stressato per una vita!), schizofrenici e tendenzialmente vittimismi, nevrotici e autoassolutori quando non c’è neanche quella.
Non c’è dubbio che l’altra metà del cielo abbia più energie, più tempra, più coraggio e forse anche più fantasia per andare avanti.
Spiega questo il dislivello di cui parlavo prima? E’ per questo che ad un certo punto le donne, tante donne, o per scelta o per necessità, si ritrovano sole e noi maschietti no? Non lo so, non ho una risposta certa.
L’anniversario che conclude la nota mi riguarda da vicino e cade esattamente tra 7 giorni.
Infatti il 17 prossimo venturo saranno ben 25 anni che Ale ed io stiamo insieme.
Come sarebbe stata la mia vita se in quel torrido agosto dell’86 la nostra comune amica Federica non mi avesse proposto “perché non andiamo a trovare Alessandra a Tor San Lorenzo?”
Non lo so, ovviamente. Senza dubbio non sarei quello che sono.
Stare insieme ad una persona per 25 anni è una cosa bellissima. Ma non sto qui a raccontarvelo, che forse non è che ve ne importa chissà poi quanto. Una sola cosa voglio raccontare. Quello che potrei definire un beneficio obliquo, che non molti possono affermare di avere.
Essere innamorato per 25 anni della stessa donna, mi ha dato modo di stringere amicizie profonde con molte rappresentanti del gentil sesso. Cogliendo aspetti e sfumature che in genere noi maschietti tralasciamo, naturalmente attratti da altre cose.
Non vorrei fare torto a chi non cito, questo è solo un campione significativo che ovviamente non completa tutte le mie amicizie, né su FB, né tanto meno nella vita in generale. Ma in questo modo, proprio grazie ad Ale posso dire di essere rimasto affascinato dalla determinazione di Tery, dalla visione strategica di Maria Elena, dalla spiritualità di Antonella, dall’allegria di Isy, dalla voglia di farcela di Anna Maria. Sono rimasto incantato dalla grinta di Eleonora, dalla tenerezza di Chiara e di Serenella, dalla fantasia di Letizia, dall’energia di Paola e dalla capacità di analisi di Sara. Mi hanno conquistato la capacità di sognare di Madhu e l’energia di Benedetta, l’ironia di Emanuela e la voglia di cambiare il mondo di Laura.
Un uomo senza una donna è come…una bicicletta senza pedali!
Grazie amiche mie! Con voi me la cavo così…con la mia dolce metà mi sa che mi tocca pensare a qualcosa di un po’ più pirotecnico!
Quest’otto marzo è anche per te. Per te a cui non dovevo mai spiegare nulla. Che mi hai capito più e meglio di chiunque altro. Per te che amavi i fiori, ma odiavi le mimose. Che ci sei stata sempre e sempre ci sarai. Per te che sei nei miei pensieri insieme a e prima di ogni altra cosa. Che non eri la mia donna, ma era come se lo fossi. Per te che non chiedevi mai, perché sapevi già. Che non dovevo nulla, perché dovevo tutto. Per te che eri stonata, ma ti piaceva canticchiare. Ecco va, canticchiamo insieme…
e così, e così, e così
io resto qui
a darle i miei pensieri,
a darle quel che ieri
avrei affidato al vento,
cercando di raggiungere chi…
al vento avrebbe detto sì.