Tu sei la mia persona

In fondo si tratta semplicemente di credere in qualcosa che non si vede. Le storie che raccontiamo, quelle che scriviamo, le storie in cui vogliamo credere e quelle che inventiamo di sana pianta. Tutte le storie sono eteree e impalpabili, ma non per questo non sono reali. Anzi, sono assolutamente reali. Dicono che l’amico, la persona che ti vuole bene, è quella che ti apre gli occhi, quella che ti sta vicino e ti aiuta a scegliere bene. E sì, forse è così. Ma l’essenziale è altro.

L’essenziale è avere la speranza di farcela. Nessuno ne ha la certezza, tranne forse quei gran culi che vincono le lotterie. Ma se non hai in tasca un biglietto vincente o un sei al superenalotto, se non vivi nelle favole, ma nella realtà, allora devi solo avere la forza per sperare. E questa sì, certo, ce l’hai dentro, la costruisci negli anni, compiacendoti delle vittorie e rialzandoti dopo le sconfitte, ma non basta. Non può bastare. Devi avere anche qualcuno che la condivida con te. Devi avere qualcuno che ci creda con te.

E non è nemmeno un discorso di verità o bugia. Non conta davvero se pensi seriamente che sia così o invece hai forti dubbi. No, non è quello. Ciò che resta, alla fine della storia, è che tu riesca a sostenere questa speranza, a dargli forza, a farla crescere, a spingerla in avanti quando da sola non ce la fa. A soffiargli vento se c’è bonaccia, in modo che le vele riprendano forma, a dargli una spinta se il motore si è inceppato, così da farlo ripartire. Non si tratta di credere nelle favole. La realtà è molto più brutta della favole. E’ molto più triste e drammatica. Ma anche molto più ironica. Molto, molto più ironica. Per questo si tratta semplicemente di credere che possiamo farcela. E di avere qualcuno che ci aiuti e ci sostenga in questa speranza.

Per questo forse un amico normale non ti basta mica. E nemmeno l’amore ti basta, perché forse non è la persona amata che riesce a fare questo. Non si può fare tutto e non si può essere tutto nella vita degli altri. Per questo devi trovare la tua persona.

 

 

Sull’amicizia e sull’amore

“E’ quello che non passa, mentre tutto va. Chi di noi? Chi di noi, resisterà?”

 

Girovagando nei blog che seguo, in questi ultimi giorni c’è un fiorire di post sull’amicizia, in particolare quella fra uomini e donne (che com’è noto è una sorta di ircocervo dei sentimenti), ma questo è un altro discorso. E così mi sono trovato a riflettere su questo nobile sentimento.

Le amicizie vere e quelle apparenti, quelle virtuali e quelle d’infanzia, le amicizie di comodo e quelle nate appena ieri, gli amici di feisbuk e quelli di blog. Chiamiamo nello stesso modo sentimenti totalmente, decisamente, diametralmente diversi (qualcuno mi ha giustamente fatto notare che sono solito usare troppi avverbi. Effettivamente è così).

Ma qui vorrei parlare delle amicizie vere. Quelle con la A maiuscola. Quelle che durano da almeno …ent’anni (il prefisso mettetelo voi).

Ne ho diverse, grazie al cielo. E la maggioranza di queste sono state curate negli anni, sono cresciute insieme a me, hanno passato varie fasi, si sono evolute, intensificandosi e affievolendosi a seconda dei periodi.

In altri casi invece può succedere che, con balzi improvvisi o con percorsi coerenti, ti ritrovi un giorno a confrontarti con persone ben diverse da quelle con cui avevi allacciato il rapporto. Sono diverse loro perché sei diverso tu. O forse uno dei due è rimasto quello che era e l’altro è andato avanti. Insomma, ti trovi a chiederti,

ma se l’avessi incontrato oggi, ‘sto cojone qua…ma siamo proprio sicuri che ci sarei diventato amico? O magari l’avrei evitato come la peste?

Persone con cui hai condiviso tutto: avventure, gioie, ansie, scoperte, paure, dolori, idee, amori…d’improvviso sono degli estranei. O meglio, non proprio estranei. Sono loro, li riconosci. Solo che quello che vedi non ti piace più. Magari quello che un tempo ci legava ora ci divide. E quindi?

Quindi niente. Il legame, se l’amicizia era davvero tale, resiste anche a questo. Del resto in amicizia, come in amore (anzi soprattutto in amore), vale la regola del perché e del nonostante. Sono tuo amico perché. Ma anche (e soprattutto) sono tuo amico nonostante.

Il perché e il nonostante disegnano quel flebile, impercettibile, inafferrabile confine fra ciò che vogliamo/possiamo/dobbiamo accettare di una persona e quello che invece (soprattutto per lui!) vogliamo/possiamo/dobbiamo provare a cambiare. Sempre ché teniamo veramente all’altra persona.

In amore anche di più che per le amicizie. Perché in fondo (di solito!) con gli amici non ci vivi insieme h24 e quindi il peso di quel nonostante si diluisce nel tempo, nello spazio e quindi nell’intensità.

E forse questo è il modo per capire le amicizie vere (o il vero amore). Se riesci ad essere amico (e ad amare) anche nonostante. Altrimenti chiamiamoli in altro modo.

Perché, in definitiva, la cosa più semplice e più bella e più vera, in questa materia, la disse quell’extracomunitario di colore che divenne vescovo di Ippona, noto come Agostino.

Ti amo, significa voglio che tu sia come sei.