Non puoi mettere fretta all’amore

O meglio. Puoi anche mettergli fretta, ma sarà del tutto inutile. Purtroppo aspettare non è il nostro forte. Non lo è per nessuno. Forse per colpa dei tempi che viviamo, dove tutto è accelerato, dove non ci sono più distanze spazio temporali da colmare. Oggi con uno smartphone azzeri le lontananze geografiche e avvicini ogni tipo di appuntamento. La velocità è una condizione dell’essere.

Però questo è solo parzialmente vero, anche perché questa canzone, prima di diventare un successo di Phil Collins degli anni 80, è stata scritta negli anni 60. Quindi, come spesso capita, siamo portati a pensare che il tempo che viviamo abbia delle particolarità uniche, come se invece nel passato le cose andassero in modi totalmente diversi. In realtà non è esattamente così. Amare ed essere amati, probabilmente, è sempre stato accompagnato da un’urgenza intrinseca. Un bisogno insopprimibile di bruciare i tempi, di arrivare al traguardo, di avere conferme che non bastano mai.

Ed è risaputo che la fretta è sempre cattiva consigliera e che il tempo dell’attesa è spesso il più fecondo. Ma è comunque un’attesa dinamica, che si nutre di tensione, che anzi alimenta la spinta verso il suo obiettivo. Quindi è vero, non puoi affrettare l’amore, ma forse non puoi nemmeno fare a meno di farlo. E guai se non fosse così, perché questo è il segno più evidente che siamo ancora vivi.

I need love, love to ease my mind
I need to find, find someone to call mine
But mama said you can’t hurry love
No you just have to wait
She said love don’t come easy
It’s a game of give and take

Il decalogo dell’amore vero (sempre ammesso che esista per davvero)

You can’t hurry love, no, you’ll just have to wait. She said, love don’t come easy, but it’s a game of give and take.

In questi 5 anni di Blog i post scritti hanno avuto storie e destini differenti. Molti sono legati a commenti sull’attualità e quindi nascono e finiscono presto nel dimenticatoio, altri ogni tanto riemergono dal passato e rivivono in nuovi commenti. E poi ce ne sono alcuni che sembra abbiano quasi una vita propria ed ogni mese hanno un certo numero di lettori, a volte persino superiori ai post appena pubblicati. In assoluto fra tutti, il post con maggiori letture e maggiori consensi è quello sull’amore vero. Un post fortunato, che certamente non esaurisce l’argomento, che in effetti ritorna anche in tanti altri post del blog. Ma allora mi sono chiesto, perché non dargli un seguito? Magari con un bel decalogo in grado di identificare con assoluta certezza le prove del vero amore.

Non gesti estremi, non prove di valore assoluto: piccoli gesti, segnali quotidiani, che però non mentono. Sono bravi tutti a comprare un diamante, ma chi è che porta giù la mondezza ogni sera? Chiunque può regalare dei fiori o sa scrivere ti amo sulla sabbia, ma chi è disposto a cucinarti la trippa, anche se gli fa schifo solo l’odore? Questo intendo. E dopo lunga e attenta riflessione sono in grado di indicarvi quelli che secondo me sono dieci segnali inequivocabili del vero amore

  1. Chi ti ama veramente, non apre l’acqua calda in cucina mentre ti stai facendo la doccia.
  2. Chi ti ama veramente, quando ne rimangono solo due, si mangia il diplomatico e ti lascia l’ultimo bignè con la crema.
  3. Chi ti ama veramente, non lascia il rotolo di carta igienica vuoto in bagno senza aver preso quello nuovo.
  4. Chi ti ama veramente, evita di dire “me lo hai già detto” e ti ascolta per ore come fosse la prima volta.
  5. Chi ti ama veramente, scende in cantina per andare a trovare quel paio di scarpe che non sai che fine abbiano fatto.
  6. Chi ti ama veramente, porta fuori il cane quando piove.
  7. Chi ti ama veramente, si lascia spremere i punti neri senza fiatare.
  8. Chi ti ama veramente, ti avvisa con discrezione quando hai un pezzo di prezzemolo in mezzo ai denti durante una cena.
  9. Chi ti ama veramente, non compra le birre piccole (unica eccezione, se prende la confezione da tre, allora va bene)
  10. Chi ti ama veramente, si ricorda di mettere la registrazione alla puntata di Grey’s quando tu sei fuori a cena.

Il corollario al decalogo, visto che l’amore è un sentimento che si spera reciproco, è questo: se continui ad amarlo, nonostante non rispetti in tutto o anche solo in parte questo decalogo, allora sei tu che lo ami veramente.

Le parole sono importanti!

L’avrete intuito, io sono uno di quelli a cui piace parlare. Credo fermamente nella forza delle parole, sono convinto nella possibilità di poter spiegare, argomentandole, le proprie ragioni. Così come sono altrettanto convinto della necessità di ascoltare le parole degli altri. Sono sicuro che ci sia sempre un aspetto che ti sfugge, una prospettiva che non avevi visto o che non avevi previsto. Per questo è importante parlare, spiegarsi, assumersi la fatica di provarci, senza dare nulla per scontato, per già detto. Provarci e riprovarci. Sì, costa fatica. Ma se vuoi cogliere entrambi i lati della storia è inevitabile.

Altre volte però bisogna anche saper tacere. Perché se parli fai peggio. E devi andare contro la tua natura,  devi stravolgere il tuo modo di pensare, il tuo modo di essere. Senti le sinapsi che vorticano nella mente, parole che irrompono nella gola, ma sai anche che non devi permettergli di uscire. Le rivomiti dentro di te perché quella è la scelta giusta.

Le parole sono importanti, come diceva Nanni Moretti. Sono importanti i contenuti, ma sono anche più importanti le parole, il momento in cui si dicono, il modo in cui si dicono. Per questo parlare a vanvera a volte è peggio che non parlare. Restando in tema di citazioni, come diceva Lincoln, “meglio tacere e sembrare stupidi che parlare e togliere ogni dubbio”.

Meglio tacere, anche per mettere in salvo le parole già dette o quelle che dovremo diremo, nei modi e nei tempi giusti. Altrimenti c’è anche il rischio di passare per coglioni.

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In sottofondo un Phil d’annata!