Tutti noi siamo circondati da stupidi. Un’affermazione tautologica, che si sostiene da sola, che non può essere dimostrata né contraddetta. Un atto di fede. Che sottende un atto di presunzione, perché chi la afferma, evidentemente, si autoesclude. Posto che anche la presunzione è un atteggiamento stupido però, nessuno può sentirsi escluso da quella affermazione, sia nella veste di chi è circondato, sia in quella di “circondatore”. Ma come fare per individuare in maniera chiaro lo stupido che ci circonda e che potremmo anche essere noi stessi?
Mi è capitato di leggere un divertentissimo saggio di Carlo M. Cipolla, uno storico economico dotato di un geniale umorismo. Nel 1976 scrisse questo libello intitolato “Le cinque leggi fondamentali della stupidità umana“. Un testo che andrebbe secondo me inserito d’imperio in ogni programma scolastico di qualsiasi indirizzo. Queste a suo avviso le leggi:
Prima Legge Fondamentale: Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
Seconda Legge Fondamentale: La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona.
Terza Legge Fondamentale: Una persona stupida è una persona che causa un danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Quarta Legge Fondamentale: Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
Quinta Legge Fondamentale: La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
Secondo Cipolla gli uomini si dividono in quattro grandi macro categorie:
- gli Intelligenti che fanno il proprio vantaggio e quello degli altri
- gli Sprovveduti che danneggiano sé stessi e avvantaggiano gli altri
- gli Stupidi che danneggiano gli altri senza avvantaggiare sé stessi o danneggiandosi
- i Banditi che danneggiano gli altri per trarne vantaggio.
Gli stupidi, secondo Cipolla, si qualificano quindi da due caratteristiche peculiari, differenti dalle altre categorie: l’assoluta coerenza e l’altrettanto assoluta inconsapevolezza. Secondo lui la maggior parte delle persone non agisce coerentemente: uno intelligente può compiere azioni da sprovveduto o scegliere comportamenti banditeschi. Persino un bandito a volte può fare scelte intelligenti. L’unica eccezione di rilievo, l’unico sempre coerente a se stesso, tende ad essere lo stupido che “mostra una massima propensione per una piena coerenza in ogni campo d’attività”.
Riguardo invece alla consapevolezza è abbastanza evidente che “la persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario (…) lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo lo stupido comparirà improvvisamente a scatafasciare i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita e il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività – e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e senza ragione. Stupidamente.”
Sull’autoconsapevolezza sono assolutamente d’accordo. Quanti idioti conoscete che sono sicuri di essere dei gran ficoni? Sulla coerenza ho qualche dubbio. Sì, certamente un cretino tenderà ad essere cretino in ogni circostanza, ma (fortunatamente) la coerenza assoluta non è di questo mondo. C’è chi è contro i vaccini (dannoso per sé e per gli altri), ma magari ha sprazzi di intelligenza in altri contesti. C’è chi beve o chi fuma (altro danno per sé e per gli altri) e però in alcune circostanze riesce ad usare il cervello. C’è chi è razzista e però. No, ho sbagliato esempio. Insomma, in fine dei conti ha ragione il mio amico Forrest: “Stupid is as Stupid does” o forse qualcuno di più autorevole che prima di lui ha detto “li riconoscerete dai frutti”. La stupidità non è una malattia incurabile, né infettiva, non ha segni evidenti, non impedisce di esprimere opinioni sui social, né di votare e neanche di essere eletti in Parlamento. E forse proprio per questo resta dannosa, anzi dannosissima, per sé e per gli altri. Quindi facciamoci un bell’esame di coscienza e soprattutto valutiamo bene quelli che ci stanno intorno.