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10 verità e una bugia

  1. Qualche anno fa, saranno state le undici di sera, sono uscito fuori in terrazzino e ho fatto un urlo che mi avranno sentito anche allo Zio d’America. Behrami aveva segnato il 3 a 2 a un minuto dalla fine, ma non potevo correre il rischio di svegliare i piccoletti e di farla incazzare. Loro non si sono svegliati, lei però si è incazzata lo stesso.
  2. Piuttosto che niente, meglio piuttosto. Che non significa accontentarsi, ma saper apprezzare quello che si ha (o quello che si è).
  3. Penso che Blackbird sia la più bella canzone dei Beatles.
  4. Penso che Totti, se non per la sua bravura, ma anche solo per la sua sportività, avrebbe meritato il pallone d’oro.
  5. Non riesco più a sentire nemmeno l’odore della vodka al limone da quella volta che giocai a poker fino alle 6 del mattino perché volevamo fotografare l’alba sul mare a Porto Recanati. Vennero fuori delle foto molto belle. Dopo aver vomitato anche l’anima.
  6. Mi dimentico tutto. Riesco davvero a cancellare qualsiasi cosa. Apparentemente soffro di amnesie o il mio cervello ha zone grigie inesplorate. In realtà, come scrivevo già altre volte, il muscolo del ri-cordo, non è il cervello, ma è il cuore, il muscolo cardiaco. E quello registra tutto e non si scorda nulla.
  7. Una volta, avrò avuto dieci anni, sono andato a caccia con mio zio, dalle 4 alle 10 della mattina. Non abbiamo preso niente, a parte un’indigestione di more. Forse sarà per questo che da allora preferisco le bionde?
  8. A volte gli altri hanno la sensazione che mentre mi parlano io non li stia a sentire. Ma non è colpa mia se il pensiero è più veloce delle parole.
  9. Ho capito che innamorarsi è relativamente facile. E soprattutto, si può farlo da soli. Molto più difficile è riuscire a non innamorarsi. E qui c’è bisogno dell’aiuto di tutti e due.
  10. Amo le giornate fredde d’estate e le giornate calde d’inverno. Niente mi dà più gusto che sbagliare le previsioni. Per questo penso che bisogna sempre dare un’altra possibilità alle persone. Altrimenti come faranno a sorprenderci?
  11. Un giovedì sera qualche anno fa giocammo sotto la neve. Mi ricordo che ho pensato che non ci fosse niente di più bello che avrei potuto fare su questa terra.

Ed ora mentre ascoltate Blackbird, trovate l’intruso!

(Ringrazio la mia amica Camipepper per l’ispirazione del post. Non seguite il suo blog? va be’, continuiamo così, facciamoci del male!)

 

https://www.youtube.com/watch?v=Mo_DMGc2v5o

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Summer Love (ovvero i 10 a parte)

“Summer loving had me a blast, Summer loving happened so fast!!!”

A parte il caldo che ti fa sudare anche quando sei fermo, che ti toglie la fame e ti aumenta la sete,

A parte che se pensi di soddisfare la sete bevendo alcolici, più bevi e più sudi e più sudi più hai sete. E poi ti tocca alzarti la notte. Ovviamente tutto sudato.

A parte il sudore, che appiccica i vestiti e questo non sarebbe neanche chissà ché, ma soprattutto aumenta gli odori molesti, in particolare perché la gente notoriamente è refrattaria al sapone.

A parte le botte di aria condizionata che hanno sul mio colon irritabile effetti a dir poco devastanti.

A parte la TV, che rimanda in onda la replica della replica di Don Lurio che balla il da da umpa con le gemelle Kessler, quando non ci ricorda i consigli utili per affrontare il caldo.

A parte che alcuni non solo non coprono, ma addirittura ostentano e quindi ci tocca vedere balonettori spiaggiati, cellulite danzante e tatuaggi in bella mostra (burqa, burqa, burqa!!!).

A parte quelli che partono, quelli che tornano, le zanzare che restano, i negozi chiusi e le metropolitane che non passano.

A parte che mi rode pensare che una volta le vacanze duravano 4 mesi.

A parte le file sul raccordo, le file sulla Pontina, quelle sull’Aurelia, la Salerno Reggio Calabria e la A14.

A parte l’astinenza dal pallone che mi porterebbe a giocare con i ragazzi sulla spiaggia

A parte questo, l’estate è senza dubbio la mia stagione preferita

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La lista dei vorrei

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Vorrei essere uno straniero che ti chiede informazioni, che si sforza per farsi capire e ti viene da ridere perché più gli spieghi le cose e più lui si confonde e alla fine ridete tutti e due come due stupidi.

Vorrei essere la banconota da cinquanta euro che tieni nell’ultima tasca del portafoglio, che non usi mai, ma che ti tranquillizza sapere che c’è, che sta lì, pronta per le emergenze.

Vorrei essere il faro che illumina quando intorno è tutto buio e lui neanche lo sa che ti sta aiutando, ma ti basta guardarlo per sapere dove andare.

Vorrei essere il vento della giornata di marzo che per la prima volta ti fa sentire il profumo del rincosperma e ti fa pensare che forse finalmente l’inverno è finito.

Vorrei essere la canzone alla radio che ti fa fermare anche se il semaforo è verde e ti fa alzare il volume in maniera sfacciata, anche se gli altri si girano a guardarti con aria di rimprovero.

Vorrei essere la curiosità per la mattina dopo, che non ti fa dormire la notte prima.

Vorrei essere il secondo boccale di birra, quello che prendi quando non hai più sete, che mandi giù solo perché ti  piace, anche se sai che poi ti girerà un po’ la testa.

Vorrei essere il post it che hai appeso nel frigorifero su cui hai scritto le tue spinte costruttive, i tuoi buoni propositi, quelli che hai deciso di seguire, ma non segui mai e che guardi tutti i giorni, sorridi e dici “domani”.

Vorrei essere l’ultima cosa che metti in valigia prima di partire, quella che puoi lasciare per ultima perché tanto sai che non potrai mai dimenticartela

Vorrei essere il verbo fidarsi e non deluderti mai.

https://www.youtube.com/watch?v=xAdH2PmJI2s

 

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I 10 misteri misteriosi della musica moderna

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Ci sono questioni e questioni. Problemi irrisolti che tutto sommato ci lasciano indifferenti (tipo, com’ha fatto Darwin a sbagliarsi così? Come ha fatto a pensare che la natura evolva sempre in meglio, selezionando solo i migliori? D’accordo, non ha avuto la possibilità di conoscere Salvini, però insomma, come ha potuto pensare una cosa così?) e dubbi amletici che invece periodicamente ci rodono dentro come fossero millepiedi nelle mutande. Ma restano domande senza risposta: puoi grattarti quanto vuoi, puoi togliere tutte le mutande che hai e spogliarti nudo come mamma t’ha fatto. Certi dubbi restano. Oggi vogliono condividere con voi i miei dieci dubbi musicali.

Va bene che in fondo i Bee Gees (ma anche Alan Sorrenti) cantavano con voci da donna, ma Amanda Lear…Rendez de vous voulez vous tomorrow, a me il dubbio m’è sempre rimasto.

Come m’è rimasto il dubbio quando Battisti, cantava “e tu amica cara mi consoli”. Vaticinava un’antesignana della trombamica o si limitava a pensare ad una pacca sulla spalla e qualche messaggino su WhatsApp i cuoricini?

E che ne dite dell’ipotesi che Mina in realtà sia stata rapita dagli alieni? E poi si dice che in un accesso di fame s’è mangiato un alieno e quindi non l’hanno più fatta tornare. Il mistero si infittisce…

Ma a proposito di musica italiana il più grande mistero misterioso è il festival di San Remo. Premetto che non sono un grande esperto, ma se uno dice di voler fare il festival della musica italiana, dovrebbe invitare i migliori rappresentanti della canzone italiana. E allora perché invece a San Remo ci vanno solo le mezze tacche, gli sfigati e quelli che escono dai talent che hanno sempre noi propri, tipo Luisa, Giovanna, Antonio, Sabrina che io non ho mai sentito? E perché invece non ci vanno i cantanti quelli buoni, quelli che sentiamo tutti gli altri mesi dell’anno?

Andando all’estero un grande mistero riguarda tutti quelli morti a 27 anni. Possibile che so’ schiattati tutti a quell’età? Ma invece il mistero che più mi intriga è quello di Paul Mc Carthny. E’ morto, non è morto, è un sosia, non è un sosia. Certo, se fosse davvero morto e quello che conosciamo è un sosia, bisogna dire che gli altri Beatles hanno avuto un culo straordinario a trovare un altro che canta, suona e scrive canzoni meglio di quello autentico. Indizzi o leggende metropolitane?

Peter Gabriel. Perché? Perché te ne sei andato? Perché? Perché? Perché?

I Rolling Stones. Come fanno ad essere ancora vivi? Come fa Mick Jagger a 72 anni (gli altri effettivamente sono un po’ bolzi, anche se a me è sempre stato molto simpatico Ron Wood) ancora a saltare e ballare così? Ha ragione Luca Carboni che ci vuole un fisico bestiale per bere e per fumare, ma loro con tutti i soldi spesi per la droga che si sono iniettati, fumati, sniffati in questi anni, probabilmente avrebbero ripianato il debito del terzo mondo, eppure…com’è possibile?

Il Death Metal. La dieta macrobiotica dicono che preveda anche di bere l’urina. Una volta ho conosciuto uno che si mangiava le caccole e c’è pure chi scoreggia in ascensore, quindi perché meravigliarsi che qualcuno possa apprezzare questo genere di musica. Io continuo a pensare che in fondo anche una colonscopia in confronto possa avere risvolti accettabili, eppure pare che ci sia davvero qualcuno che scientemente ascolta ‘sta roba.

Mike Olfield. Perché in Moonlight Shadows, canta con la voce da donna? Sono trent’anni che me lo chiedo. Me lo sapete dire voi?

Bryan Adams. Perché pur essendo nato nel 59 si diletta a cantare l’estate del 69? Era un bambino, come fa a cantare “eravamo giovani e inquieti, quelli erano i giorni più belli della vita, era bello rilassarsi” …ah ma voi pensate che in realtà…cioè volete dirmi che il numero non indica l’anno?

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What a terrible Year, what a beautiful Year

Tradizione vorrebbe che vi intrattenessi con un post di bilanci dell’anno: i migliori libri, i più bei cd, le cose belle successe in questo 2015, magari condito con folletti e teatri di Sidney. Ma se penso alle tragedie di quest’anno, le guerre che bussano alle nostre porte, il dramma dell’immigrazione il caos senza fine in cui è avvolta Roma, lo smog che attanaglia l’Italia, mi verrebbe voglia piuttosto, di soffermarmi con voi sulle prospettive della coltura della barbabietola in Abruzzo. Come dite? Meglio le classifiche? Va be’, contenti voi.

Ma che dire? Sui libri ve le sfrancico già ben benino con i consigli di lettura non richiesti. Certo questo 2015 ha visto i grandi ritorni di Adamsberg e di Hap & Leonard. Quasi non ci speravo più e invece nessuno dei due ha tradito le attese. Sui nuovi innamoramenti per Peter May e David Lehane vi ho già raccontato. Ribadisco quanto già detto, tanto ero contrario al Kindle, quanto ora non potrei farne a meno: riuscire a leggere in metropolitana senza perdere il filo e a letto senza rompere gli zebedei alla moglie, mi sembrano già di per sè ottime motivazioni.

Sulla musica c’è già quel gran minchione di Zeus che ci fa ampiamente capire come non ci sia più nulla da ascoltare che non abbia almeno trent’anni. Poi a me le novità difficilmente mi entusiasmano. E non penso c’entri il fatto che ahimè sono entrato nel fatidico 50. I gusti musicali su per giù sono gli stessi che avevo trent’anni fa, quindi o ero già vecchio allora (il che è possibile, anzi probabile) oppure in effetti il rock ha uno splendido futuro alle spalle. In ogni caso What a terrible World what a beautiful World dei Decemberists è un gran bel disco e pure il ritorno di Jeff Lynne con Alone in the Universe merita una menzione. La grande delusione dell’anno secondo me è Drones dei Muse, assolutamente al di sotto dei loro cd precedenti.

Fra le cose belle capitate nell’anno sicuramente mi vengono in mente i viaggi all’estero. I giri a Londra-Praga-Barcellona in rigoroso ordine di quanto mi sono piaciute, sono stati davvero fantastici (certo anche la Lazio che arriva terza in campionato non è stato male). C’è poco da dire: viaggiare resta il modo migliore di spendere i soldi, il regalo più bello che ci possiamo fare. Viaggiare con le persone che ami poi è davvero il massimo. Insomma, i viaggi ermeneutici non sono male, ma i viaggi veri sono meglio!

Se invece dovessi scegliere una sola giornata dico che sabato 6 giugno è stata davvero una giornata da ricordare. E non perché la juve abbia perso la finale di champions con il Barcellona (pur non essendo juventino mi è dispiaciuto). Quel giorno è stato il mio personalissimo ritorno al futuro ed è stata proprio una gran ficata!

In conclusione comunque un anno, che ricorderò con piacere. Ma ormai dovreste conoscermi, per me il bicchiere è sempre mezzo pieno…generalmente con dentro qualcosa di alcolico! Perché come ho letto in giro sul web, l’ottimista è quello che vede nella pioggia un buon modo per lavare la macchina e nella grandine il principio di un buon mojito.

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Le dieci cose da fare prima dei 50 anni

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I sogni sono desideri, ma i desideri, nei miei pensieri, ah no quello era il treno. E non è strano prendere il treno, se non hai un trono e non sei trino? Direi di sì. O forse no. Sono confuso, sarà lo spumante. Comunque ci siamo, ragazzi (ragazzi? si va be’, una volta…) altri dodici mesi e poi diventiamo adulti. Ah dite che mi faccio confondere dai 17 di mia figlia? E forse sì. Oppure no. In fondo vi assicuro che ho ancora amici che si fanno le canne, vanno appresso alla prima gonnella che incontrano e giocano a pallone (non necessariamente in quest’ordine), esattamente come facevamo a diciassette anni, quindi…

Quindi niente. Diciamo che 49 ancora suonano in un certo modo. Quelli dopo, vuoi o non vuoi, suoneranno in maniera diversa, anche se in fondo non cambierà nulla. Penso. Spero. Ci sarebbero cose che dovrei fare, ma non mi va: mangiare cose più sane, evitare di farmi rovinare le domeniche dai risultati della Lazio, fare una colonscopia (non necessariamente in quest’ordine). Ma appunto, queste già so che non le farò. Invece queste dieci saranno l’obiettivo dei prossimi dodici mesi.

Giocare più partite dell’anno scorso. Dopo l’infortunio ho ricominciato a giocare ad aprile: poi ho giocato almeno una volta a settimana. Dopo sette mesi fermo avrei potuto smettere. Qualcuno dice avrei “dovuto” smettere. La voglia non mi è passata, anzi. E questa è la cosa più importante.

Andare a più concerti dell’anno scorso. Ascoltare la musica dal vivo è sempre uno dei modi più belli di passare il tempo e di spendere soldi. Ma sono pigro e trovo sempre mille scuse e mille remore per non andare. Poi mi pento. I Decemberists a Milano e i Counting Crows qui a Roma gridono vendetta. Devo assolutamente cambiare verso!

Leggere almeno gli stessi libri dell’anno scorso. Mancano 15 giorni alla fine dell’anno e sono arrivato a 35, quindi chiuderò con almeno tre al mese. Debbo dire che il passaggio al kindle, nonostante mille remore, è stato assolutamente decisivo. Era dai tempi dell’adolescenza che non riuscivo a leggere così tanto. Non mi posso lamentare, l’obiettivo è continuare così.

Discernere meglio le persone degne di una seconda occasione. Perché io tendo a dare una seconda (ma anche una terza) occasione un po’ a tutti. Ecco, forse cominciare a limitare il campo non è un proposito sbagliato. Andrò forse un po’ contro natura. Ma sempre meglio che andare contro un albero.

Pubblicare un nuovo romanzo. In effetti ‘sta cosa non è che poi mi manchi così tanto. Ne ho pubblicati tre in passato. Sì, divertente, per carità, ma scrivere resta sempre meglio. Però ho preso una specie di impegno morale con una “persona”…e allora ho deciso che ci proverò seriamente.

Prendere meno macchina e più metropolitana. Come forse già sapete da casa ad ufficio ogni giorno attraverso la mia splendida ed invivibile metropoli. Se vado in metropolitana ci metto un’ora. Se vado in macchina a volte 50 minuti, a volte un’ora e mezza. In metropolitana leggo, in macchina ascolto musica (e soprattutto parlo al telefono). In metropolitana mi tocca sentire le puzze degli altri, in macchina al massimo le mie. Insomma ci sono i pro e i contro nell’uno e nell’altro caso. Però effettivamente continuare con le 4 ruote è abbastanza una follia.

Continuare a scrivere post minchioni. Vi stavate preoccupando? Stavate cominciando a pensare che alle soglie dell’età adulta avessi messo la testa a posto? Dormite tranquilli.

Continuare a chiedere a Santa Rita di sistemare quella questione aperta. Perché io, obiettivamente, quello che dovevo fare l’ho fatto. Ora tocca a lei.

Ritornare in America. Quest’anno in fatto di viaggi all’estero proprio non posso lamentarmi: Londra, Barcellona, Praga…già bissare non sarebbe male. Ma gli states mi chiamano! E quando chiamano, come fai a non rispondere?

Ad ogni modo, alla fine di questi trecentosessantasei giorni (il prossimo è bisestile) non sarà tanto importante sapere quanti di questi avrò realizzato. Molto più importante sarà averli vissuti ed averci creduto fino in fondo. Alla fine di questi trecentosessantasei giorni non farò un bilancio con le crocette, sottolineando quelli raggiunti e sbarrando quelli no. Invece mi chiederò quanta speranza ha colorato i miei giorni, dando leggerezza e ai miei pensieri e profondità ai miei sentimenti. E quello forse sarà l’unico vero bilancio da fare.

“Ho fatto un sogno così grande e forte, saltavo così alto che toccavo le nuvole…”

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Back to the Future. I 10 motivi per tornare nel 1985

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Ma chissà che delusione per Marty e Doc, partiti dal 1985 con la mitica DeLorean, in viaggio nel futuro, ritrovarsi in questo 2015! Perché, sì è vero, rispetto a trent’anni fa oggi abbiamo tante cose in più, la vita si è arricchita, si è allungata, si è facilitata. La rete ha annullato le distanze, prima i cellulari, poi internet hanno creato quel villagio globale che ci permette di dialogare tranquillamente con il famoso aborigeno australiano. E però, diciamocela tutta, potevamo fare meglio!

Allora, a parte il fatto che avevo 19 anni (che già di per sé questo basterebbe per prendere la DeLorean di quei due e tornarsene indietro), ho trovato dieci buoni motivi per essere delusi del 2015 e tornare al 1985.

Partiamo dai trasporti cittadini. Trent’anni fa i miei lavoravano all’Eur e noi abitavamo a Montesacro, dall’altra parte di Roma. Tempo di percorrenza media un’ora. Oggi io lavoro all’Eur e abito a Montesacro, tempo di percorrenza medio un’ora. Nel frattempo la tangenziale è stata collegata all’Olimpica, sono state create due gallerie nuove, il Gra è stato allargato con la terza corsia, un trenino urbano funziona anche abbastanza bene, la metro B ha una nuova diramazione e da pochi mesi hanno aperto la C. Ma non c’è niente da fare, Roma resta una città bella, bellissima, la più bella di tutte. Da venirci come turista.

In politica, uno che arrivasse qui oggi dall’85 farebbe fatica ad orientarsi: DC, PCI, PSI, PLI, PRI, MSI…Cazzaniga, nun te regghe più! Tutti morti e sepolti. Il guaio è che anche i nuovi non reggiamo più. Ma soprattutto, come Doc allora si meravigliava che era diventato presidente USA un attore di film western, pensate come si stupirebbe ora vedendo un cabarettista che ha aspirazioni da premier.

Sul cibo è una vera e propria tragedia. L’influenza aviaria, la mucca pazza, il merluzzo con il mercurio, le salsicce sono cancerogene (anche se io, a dire il vero, non le ho mai fumate), il salame fa venire i brufoli (va be’ quello anche trent’anni fa). Però, io dico, ma sul serio l’unica salvezza possibile è mangiare lattuga, carote e farro? Il tofu e il seitan sono il solo possibile futuro?

E restiamo in tema. Possibile che con tutte queste scoperte, con tutti questi scienziati, in questi trent’anni non si è ancora trovata una cura contro il cancro? Non doveva essere una, anzi, la priorità assoluta? Siamo sicuri che ad esempio, era proprio necessario perdere tempo con Saddam Hussein, Bin Ladem e i Talebani? Era davvero necessario finanziare le ricerche sulla coltivazione di alghe marine o mandare i satelliti su Marte?

Forse il cancro era troppo difficile. Ma almeno qualcosa contro l’alitosi e la puzza di ascelle? Niente eh! Va be’, ma allora ditelo!

In fatto di calcio si è avverato uno dei miei incubi peggiori. La seconda squadra della capitale in mano a dei paperoni americani. E lascia stare che essendo americani, sono anche un po’ farlocchi e per il momento si sono limitati a buttare soldi dalla finestra. Ma questi sono più ricchi del monopoli: dai e dai temo che prima o poi ci azzeccheranno. E allora la nostra già bistrattata città sarà in mano all’orda dei barbari .

In fatto di moda ha ragione Verdone. In questi trent’anni “se li semo tajati, se li semo allungati, l’avemo arricciati, l’avemo stirati, ma che ce dovemo più inventa’?” Effettivamente però, lo shatush, farsi i capelli a strisce colorate, ancora non l’avevamo visto. E avremmo preferito continuare a non vederlo.

In televisione abbiamo il grande fratello, gli amici di Maria de Filippi, c’è posta per te, uomini e donne, la prova del cuoco…devo continuare? Aridatece “quelli della notte”!!!

Sulla musica che dire? Nell’85 il concerto più bello a cui sarei potuto andare era quello del Boss. Oggi invece è esattamente lo stessa cosa.

Insomma, in questi trent’anni il progresso ha cambiato le nostre vite, ma non al punto da stravolgerle. Perché ha cambiato le cose, ma non le emozioni. E vorrei vedere le facce di Marty e Doc, atterrati qui nel 2015, speranzosi in macchine volanti, teletrasporto e chissà quali altri grandi invenzioni della scienza, scoprire che l’ultima meraviglia della tecnica sono dei bastoni di alluminio per farsi le foto da soli.

Anche loro avrebbero concordato che era meglio tornare nell’85!

 

 

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L’alfabeto delle canzoni

E ce l’ho fatta anche io! Mica potevo mancare…quando il mio amico Zeus chiama non ci si può tirare indietro (veramente anche Papillon mi aveva solleticato un giochino analogo, basato sui titoli dei film, ma mi mancano troppe lettere!) Il giochino è quello di ripercorrere l’alfabeto citando titoli di canzoni. Poi lo sapete che le liste di qualsiasi cosa, soprattutto se minchiona, mi fanno impazzire. Tanto per rendere la cosa un po’ meno minchiona (mica tanto eh!) ho cercato di mettere dentro una sola volta a testa, tutti i miei gruppi e cantanti preferiti. Potreste dirmi, va be’ ma a noi che ce frega? Lo so, invece a me il giochino è piaciuto assai, anche perché riuscire a far partecipare alla cosa i best 25, ti costringe a pensare e poi a scegliere. Certamente qualcuno manca, ma le lettere a disposizione erano finite!

As Tears go by – Rolling Stones. Gli Highlander. Li ho sentiti dal vivo l’anno scorso al Circo Massimo e davvero cominci a pensare che in fondo la droga non sia poi così nociva.

https://www.youtube.com/watch?v=bYrsezzVJDQ

Baba o’ Reily – The Who. Una canzone che bisognerebbe sentire ogni mattino, a palla di cannone, appena alzati, così tanto per ricordarci quant’è bella la vita

Cowgirl in the sand – Neil Young, come cantante lui è nella mia top five, la canzone in questione è straziante e bellissima come solo lui potrebbe cantare

Desperado – Eagles, loro sono bravissimi e la canzone merita assolutamente, al pari di molte altre (fra l’altro ce n’è un’altra, sempre con la D che mi piace un sacco, ma già l’ho usata per altri post e non volevo ripetermi)

https://www.youtube.com/watch?v=iDNtqy0zjJA

Easy does it – Supertramp, loro sono il “mio” gruppo. Non i preferiti in assoluto, ma quelli che sento più miei, come fossero miei amici, come li conoscessi da trent’anni, un po’ come i compagni di scuola. E in fondo un po’ è anche vero.

Fat bottomed Girls – Queen. Altro gruppo storico nei miei ascolti e l’omaggio alle ragazze culone penso sia uno dei loro pezzi più significativi, per ironia, ritmo, spontaneità. Secondo me un po’ troppo sottovalutati.

https://www.youtube.com/watch?v=0Bt0Ivqr0u4

Good Riddance – Green Day fra le nuove generazioni forse i più ascoltati. Questa canzone in particolare la trovo bellissima.

Horizons – Genesis. ecco dovessi scegliere un solo gruppo, non avrei dubbi, sono loro. Ho scelto volutamente un pezzo minore, brevissimo, solo strumentale, perché basta anche solo questo per far capire secondo me che quando fra trecento anni studieranno la storia della musica del 900, loro saranno nei libri di testo.

Knockin’ on Heavens Door – Bob Dylan. Che vogliamo dire su quest’uomo e su questo pezzo. Silenzio e alziamo il volume

Inbetween Days – Cure. Torniamo alla mia adolescenza con questo gruppo di matti che però in questa canzone diedero veramente il massimo. Pezzo monumentale, un altro di quelli da ascoltare la mattina per darsi la carica

Love Boat Captain – Pearl Jam. Pensavo ad un certo punto che il rock avesse già detto tutto quello che aveva da dire. Loro e il gruppo che segue a due distanze mi hanno fatto ricredere. I Nirvana sono l’emblema, loro la sostanza, fra i due, a mio avviso, c’è un abisso.

https://www.youtube.com/watch?v=5t5RXlRytYQ

Mother – Pink Floyd. Questi certo non potevano mancare. Li ho consumati a furia di ascoltarli: probabilmente hanno scritto brani molto più belli di questo, ma ultimamente l’ho riascoltato casualmente e mi è venuto da piangere

Nightswimming – Rem. E questo è l’altro gruppo che mi ha fatto pensare che effettivamente ancora è presto per fare il de profundis al rock. Grande gruppo, grande pezzo!

On almost sunday morning – Counting Crows. Anche loro appartengono alla nuova generazione, ma per intensità dei pezzi, meritano di essere nell’olimpo. Spero di riuscire ad andarli a vedere a luglio!

Police on my back – The Clash. Nuovo salto all’indietro per un gruppo che mi ha sempre fatto impazzire. Come fai ad ascoltarli senza che ti venga voglia di salire su un tavolo e metterti a ballare?

Queen of Supermarket – Bruce Springsteen. A parte che trovare una canzone con la Q non era proprio facilissimo, ma lui è lui…il Boss, unico e solo. Insieme ai Genesis, nella mia classifica, sempre al primo posto.

Revolution – Beatles. Loro sono la storia, il porto sicuro in cui torni ogni volta che hai bisogno di sentirti a casa. Possono anche passare mesi senza ascoltarli, ma tu sai che loro sono lì. Una certezza.

https://www.youtube.com/watch?v=Px1LqHVhuao

Stay – Jackson Browne. Un altro dei miei preferiti, un altro di cui ho consumato gli LP quando ancora non c’era l’elettronica che ti veniva incontro. E quindi quando finiva la prima facciata toccava alzarsi, rigirare il disco e rimettere su il braccio, calcolare la traccia e abbassare la levetta.

Tunnel of Love – Dire Straits. Ultimamente li ho citati in un ricordo di qualche anno fa. Nei favolosi eighteen loro non mancavano mai. Questa, per la cronaca, è nella colonna sonora di Ufficiale Gentiluomo, film cult di quegli anni.

Uptown Girl – Billy Joel. Un altro di quei cantanti di cui ho la discografia completa. Sparito ormai da qualche anno dalle scene, ma questo testimonia una volta di più la sua grandezza. Se non hai più niente da dire, perché continuare a rompere i timpani? Non sarebbe meglio tacere? Grande Billy!

Valencia – The Decemberists. Dei gruppi nuovi o comunque emergenti questi sono quelli che forse mi piacciono di più. Un mix molto interessante di rock, country, prog. veramente notevoli!

With or Without you – U2. I loro primi 5 dischi li pongono nell’Olimpo dei più grandi di tutti. Poi si sono persi e difficilmente si ritroveranno. Ma arrivare a certe vette non è da tutti!

https://www.youtube.com/watch?v=XmSdTa9kaiQ

Xanadu – Elo. Insieme ai Supertramp l’altro gruppo che sento mio, perché fa parte dell’adolescenza in maniera pervasiva. La prima facciata di Discovery è forse in assoluto il disco che ho ascoltato di più. Anche in questo caso, forse, anzi sicuramente, ne hanno scritte di più belle, ma trovatemi un’altra canzone con la X?

https://www.youtube.com/watch?v=4siEWXsZBHM

Your song – Elton John. Un altro gigante che in una classifica del genere non può mancare. Canzone struggente e bellissima.

https://www.youtube.com/watch?v=mTa8U0Wa0q8

Zombie – Cranberries. Loro sono un grande gruppo, che hanno saputo dire qualcosa di nuovo, poi la voce di Dolores O’ Riordan è una di quelle che ti fanno fare pace col mondo.

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Mood Music Tag

Quel gran minchione del mio amicone Zeus mi ha coinvolto in questo giochino assai carino (da notare la doppia rima). E chi sono io per non accontentarlo? Si tratta di una di quelle catenedisantantonio che vanno alla grande su WordPress, ma che effettivamente aiutano a impicciarsi degli affari altrui, meglio di qualsia altra cosa. Le regole sono molto semplici:

– Per partecipare devi essere stato taggato almeno una volta.
– Scegli almeno 5 tracce musicali (io, tanto per essere originali ne ho messe 9) che rispecchino alcune emozioni o stati d’animo al positivo.
– Tagga almeno 5 blogger (niente di originale, ne ho messi 10) e avvisali di averli taggati.
– Cita il mio blog all’interno del tuo articolo con link diretto o esteso: GHB Memories  https://ghbmemories.wordpress.com, scrivendo che l’idea è partita da qui.
– Se vuoi spiega anche brevemente perché hai scelto alcune tracce piuttosto che altre.

C’è però un problema. Un post simile l’ho già scritto! NelLe mie 10 canzoni vi avevo racconto quali sono e perché le canzoni che costituiscono la colonna sonora della mia vita. Che fare dunque? Ribadisco? Copio? In realtà una via d’uscita c’è: in quelle 10 non ci sono canzoni italiane (forse non a caso) e dunque qui posso raccontare quali sono le canzoni autoctone che per me sono più importanti di altre.

E cominciamo con quella che a mio insindacabile giudizio è la più bella canzone italiana. Lo so è molto arbitrario dire così e poi il bello è che non amo particolarmente Venditti, anzi mi sta anche un bel po’ sugli zebedei. La domanda infatti è, ma come gli è uscita una canzone così bella?

Questa è in rappresentanza della mia infanzia, passata fra cugini più grandi, tutti folli per quello che resta in assoluto il mio cantante italiano preferito

https://www.youtube.com/watch?v=Y7bD7_hFlu8

Il terzo posto del podio lo do ad un altro cantante che non amo, che non mi è simpatico, ma che forse più di qualsiasi altro penso tra cent’anni verrà studiato dai ragazzi che dovranno approfondire la poesia del secondo novecento.

https://www.youtube.com/watch?v=1qvDk_kNPP4

Passiamo poi ad una tipica rappresentante della categoria canzoni minchione. Sai quelle canzoni sceme, che però ti entrano in testa e non ne escono più? Avrei potuto mettere Tiamoti, ma su Umbertone già vi ho intrattenuti altrove. Potevo citare E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’, ma il “ti ti titi tirititti” con tutto il detto non detto, le allusioni metafisiche e anche un po’ paraculiche, mi riproeietta nei miei 14 anni e cosa c’è di meglio di avere 14 anni?

Saltellando nei ricordi, se il “ti ti titti ti ritittiti” è il lato minchione, “la seconda stella a destra” indica il lato poetico e sognante dei 14 anni. Penso che sia in assoluto quella che ho ascoltato di più, quella più consumata dalla puntina, la prima della seconda facciata dell’ LP, quando per riascoltarla dovevi alzarti, muovere il braccetto e riportarlo indietro.

E così arriviamo ai 15 anni, che però sono anni difficili, contrastanti, come questo ricordo. Canzone bellissima, ma triste, perché non può non farmi tornare alla mente quella mattina di giugno dell’81, quella fermata sulla Nomentana dove tutti i giorni prendevo l’autobus per tornare a casa, i fiori sull’asfalto

Ma la vita non finisce mica a 15 anni…e se devo fare un passetto in più chi meglio di lui per riaccendere la follia dei 16? Una canzone folle in effetti, politically uncorrect come solo lui sapeva essere. Bellissima!

Dopo di ché arriviamo ai 18, alla maturità, agli anni e ai ricordi più belli. E allora non posso non citare il cantante di cui da trent’anni in qua non mi sono perso un concerto. Come accompagnatore, s’intende, ma in fondo che cambia? Infatti, il bello è che manco mi piaceva! Poi certo, alla lunga me lo sono anche fatto piacere. Però debbo riconoscere che prima che tutto cominciasse, questa canzone e tutto quell’LP è quello che più di qualsiasi altro mi ricorda quella lunga estate dell’85, la più bella della mia vita

In effetti avrei potuto fare un post solo sulle canzoni dell’estate dell’85. Oltre a qualche altra canzone della Vita è adesso di Baglioni avrei messo Dormi, dormi di Vasco o Centocittà di Venditti, ma forse sarebbe stata una cosa troppo monotematica e autoreferenziale. Monotematico e autoreferenziale com’è diventata secondo me la parabola dei cantautori dopo quegli anni. Non ce n’è più stato uno che mi sia piaciuto veramente. E cosa ancor peggiore, quelli che mi piacevano, proprio quelli citati qui sopra, hanno cominciato a tirar fuori cose già sentite, autocitazioni, tentativi improbabili, insomma cagate pazzesche. E’ vero negli anni 90 Ligabue qualcosa di buono ha tirato fuori, più tardi anche i Negramaro e la Bandabardò, però insomma niente di veramente memorabile. E ovviamente neanche voglio nominare le varie stelle e stelline sfornate ogni anno dai vari talent (bleah!). Così ho smesso di ascoltare musica italiana.

Poi però, un pomeriggio del Natale dello scorso anno ho ascoltato questa. E sapete che vi dico? Forse c’è ancora un domani

E così ora debbo citare quelli che debbono sottoporsi al giochino, proseguendo la catena. Sono proprio curioso: avanti fateci ascoltare qualche buona canzone!

PankMoniaTiZVetry, EllaChiaraTuttotaceMaximMusaAmica Platonica

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Meraviglioso! Ovvero la classifica delle 10 cose da fare

Il mio amico Zeus mi stuzzicava a riprendere la categoria “classifiche di”, parlando di film. In realtà una classifica del genere l’avevo già scritta (chi vuole se la va a leggere qui, Le 10 scene indimenticabili) e fare un doppione aveva poco senso. Però a quel punto le sinapsi si erano messe in moto e quindi ho pensato bene di intrattenervi su una classifica un po’ diversa, quella delle 10 cose da fare. Quando? Entro l’anno? Prima di andare in pensione? Prima di morire? Non si sa. Non fate domande, ma soprattutto non aspettatevi risposte intelligenti. Non c’è niente di eccezionale, non sono obiettivi stratosferici. Sono troppo pigro per gli obiettivi sfidanti e troppo egocentrico per elencare cose da fare quando già so che non c’è possibilità alcuna che vadano in porto. Come dite? 10 cose minchione? Perché avevate dubbi?

Trovare la giusta distanza. Troppo o troppo poco? Distante o  vicino? Scotta o al dente? Dolce o amaro? Cosa c’è di più soggettivo della giusta misura? Tralasciando per un attimo le questioni gastronomiche, chi è in grado di stabilire la giusta distanza fra le persone? Ecco, se qualcuno me lo insegnasse penso che cercherei di imparare velocemente. Perché questa davvero è una cosa che temo di non aver imparato bene in questi primi 48 anni di vita.

Andare di più al cinema. C’è stato un periodo che con Ale andavamo al cinema spessissimo, poi arrivati i figli, se escludiamo tutti i cartoni animati della Disney e della Pixar, non ci siamo più andati. Bisogna ritornarci.

Tornare in Arizona. Eh sì, questo viaggio a Londra mi ha fatto tornare la voglia di girare il mondo e in particolare la voglia di quel viaggio. Quello con la V maiuscola!

Evitare domande inutili. Me ne rendo conto. A volte sono un gran scassaminchioni. Un po’ perché sono curioso, un po’ perché non mi arrendo di fronte ai fatti nudi e semplici. Vorrei sempre capire i perché delle cose. Invece a volte non c’è proprio niente da capire. A volte succedono cose stupide, senza un vero motivo, senza alcun perché: per questo a volte è inutile fare domande.

Ricominciare a giocare a pallone. Dall’11 settembre, infausta data del mio incidente, sono passati 6 mesi, 17 giorni a qualche ora. Mai nella vita ho passato tanto tempo senza prendere a calci un pallone. Che continuo a pensare essere la seconda cosa più bella che si possa fare su questa terra. Questa è la cosa da fare con la massima urgenza.

Diffidare delle persone troppo sorridenti. Sono uno che tende sempre a fidarsi o comunque tendo a pensare che gli altri siano persone mediamente per bene. Come dicevo altrove, diffido delle masse, ma ho grande fiducia nei singoli. E però…e però forse sarebbe bene cominciare a evitare aperture di credito “al buio”. Sarebbe bene diffidare un po’. Soprattutto da quelli tutti sorrisi e cordialità. Diffidare!

Scalare il Velino. Qui devo giusto dar retta al mio amico Fabrizio. E se lui dice che anche una mezza schiappa come me ce la può fare, allora è giusto provarci.

Attenersi alla forma. La mia educazione cattocomunista mi ha portato a pensare fin da sempre che l’importante nella vita fosse il contenuto. L’interiorità, il cuore delle cose, ciò che sta dentro, nel profondo, è l’unica cosa che conti veramente. Poi certo crescendo scopri che anche la forma ha la sua importanza, che l’apparire conta, ma sempre in un’accezione negativa. L’esteriorità può essere una bella facciata, utile, ma sotto sotto la vocina della coscienza ti dice “lascia stare, non badare a queste cose, non sono quelle davvero importanti” La realtà è invece che, soprattutto in certi ambiti, la forma è l’unica cosa che conta e non vale proprio la pena sprecare tempo ed energie per ricercare qualcosa di più. Soprattutto, in certi contesti mefitici, fatti di ruffiani, leccaculi, mignotte e raccomandati, il contenuto è più marcio della forma. E meno ci entri in contatto, meno corri il rischio di sporcarti anche tu.

Smetterla di pensarsi indispensabile. Ebbene sì! Ce la potete fare anche senza di me. Pensiero stranamente rilassante. Arrivo a pensare che forse io stesso riesco a farcela senza di me. Quasi quasi mi fermo un giro e vedo da fuori quello che succede.

Frequentare un corso di Bon Ton. Così da imparare a dire “meraviglioso”, come mantra e soprattutto come valida alternativa ad un uso prolungato del lansoprazolo.

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